Le fiamme che hanno coinvolto l’opificio di contrada Piano di Sacco potrebbero avere ricadute pesantissime sulla qualità dell’acqua e del suolo dell’area che insiste a ridosso del sito industriale angolano. Dopo l’allarme per le quantità elevate di benzene rilevate nei giorni scorsi dalle centraline dell’Arta disseminate sul territorio, l’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, ha commissionato un documento ad hoc al Cetemps (Centro di eccellenza tecniche di telerilevamento e modellistica numerica per la previsione di eventi meteo severi) dell’università de L’Aquila.
Il dipartimento diretto dal docente Guido Visconti ha realizzato un particolare studio di modellistica ambientale per valutare la diffusione e la qualità degli agenti inquinanti presenti nell’atmosfera. Sulla base della planimetria prodotta dal team dell’ateneo aquilano, che indica le differenti percentuali di ricaduta dei fumi prodotti dal rogo, l’Arta sta proseguendo i controlli di acqua e suolo. Interventi più mirati e tempestivi, promette l’agenzia regionale, stanno coinvolgendo le aree maggiormente interessate dal fenomeno.
Nei giorni scorsi il sindaco di Città Sant’Angelo Gabriele Florindi aveva firmato un’ordinanza in cui si stabiliva una zona di attenzione con raggio di mille metri dal sito dell’incendio per consentire un migliore campionamento degli inquinanti da parte di Asl e Arta. Nella fascia interessata dal provvedimento si sospendevano tutte le attività di lavorazione meccanica dei terreni, aratura e pascolo, allo scopo di impedire alle eventuali sostanze inquinanti di mescolarsi nel terreno.
Restano alte, soprattutto tra la popolazione, le preoccupazioni relative alla produzione di diossina che si sarebbe potuta sprigionare qualora all’interno delle balle di rifiuti lavorate da Terra Verde sarebbero contenuti materiali non “puliti”. La natura tossica e cancerogena costituita dalla diossina allarma non poco la gente angolana, anche in virtù dei recenti accadimenti registrati per l’immondizia campana, e sebbene non sia comprovata minimamente la presenza di rifiuti tossici, l’Arta è stata ugualmente indotta a sgombrare ogni dubbio. Al momento la direzione dell’Agenzia diretta da Mario Amicone ammette, però, di “non disporre della strumentazione specifica per le verifiche sulle diossine” e di avere preso contatti con altre agenzie ambientali nazionali per “un supporto tecnico-scientifico nella ricerca e analisi di queste sostanze eventualmente disperse nell’aria”.
Daniele Galli