Farindola. Non ci sono ancora indagati nell’inchiesta della valanga che lo scorso 18 gennaio ha travolto l’hotel Rigopiano.
A confermarlo è il procuratore della Repubblica di Pescara Cristina Tedeschini.
I reati per i quali si procede sono omicidio colposo plurimo e disastro colposo. “Stiamo esaminando tutta una serie di documenti – ha detto il magistrato all’AGI – ed ora, dopo il grande risalto mediatico che ha provocato questa terribile sciagura – per noi e’ la fase della riservatezza nelle indagini”.
Negli accertamenti sono impegnati i carabinieri, i carabinieri forestale e la polizia di Stato. Ogni nucleo investigativo ha allo studio atti e materiale ricollegabili alla valanga che ha provocato la morte di 29 persone, tra turisti e personale addetto al resort.
Tra le carte sono comprese quelle riferite all’iniziale realizzazione dell’hotel, nel 1967, e quelle del 2008 quando sono stati autorizzati i lavori di ristrutturazione e ampliamento della struttura, divenuta un rinomato hotel a 4 stelle.
All’attenzione degli inquirenti anche la legge regionale numero 47 del 1992 che prevedeva la messa a punto di una Carta del rischio valanghe che pero’, nonostante tutti gli anni trascorsi, non è stata mai realizzata.
Intanto dal sopralluogo effettuato dal Raggruppamento Carabinieri Investigazioni scientifiche è stato possibile solo prendere conoscenza dei luoghi a causa delle avverse condizioni meteorologiche, contraddistinte da acquazzoni e nebbia. Pertanto, tutti gli altri adempimenti tecnici sono stati per ora rimandati.