“È una farsa”. Lapidario il commento che le associazioni Terra nostra , Commerciando in via D’Avalos e Comitato Portanuova fanno ancora una volta dell’ordinanza prefettizia che vieta la vendita di alcolici durante le manifestazioni sportive in scena allo stadio Adriatico. Da oltre un anno il quadrilatero via Marconi-via Vespucci-Lungomare Colombo-via Elettra viene inibito alla vendita di bevande alcoliche due ore prima, durante e dopo le gare di calcio del Pescara. Un provvedimento che, se la legge Maroni attribuisce alle sole gare definite “a rischio”, nella città dannunziana si applica a tutte le gare. In estate la lotta delle associazioni e dei ristoratori si era scagliata contro la Prefettura che, anche un’ora prima del concerto di Jovanotti, aveva allargato il divieto anche ai grandi eventi musicali. Un confronto con Prefetto e Comune aveva cancellato l’editto, rimasto comunque in vigore per il calcio, sebbene sceso da 6 a 4 ore. Se pizzaioli, enoteche, baristi e ristoranti (che continuano a denunciare come i clienti scappino dai loro esercizi per acquistare birra e vino dall’altra parte della strada, dove il divieto non vige), vengono controllati e multati, ciò non accade per i venditori ambulanti, più sfuggenti agli accertamenti nonostante una legge nazionali vieti loro di vendere alcolici ovunque e a qualsiasi orario.
Proprio chi nelle vie dello stadio lavora e paga tasse (e multe all’occorrenza) tutto l’anno denuncia, dopo il derby Pescara-Ascoli di sabato scorso, l’ennesimo episodio in cui un “paninaro” si piazza di fronte le vetrine dei loro negozi “all’asciutto” a vendere birra, non solo cacciando qualche bottiglia sottobanco, ma perfino con una bella spillatrice piazzata sul chioschetto furgonato. C’è di più, come testimoniano le foto scattate dagli associati dei 3 comitati: sul furgone arancione incriminato, piazzato di fronte alle recinzioni dell’Adriatico, campeggia a caratteri cubitali la scritta “Birra alla spina”, a pochi metri da un “doblò” della Polizia Municipale, mentre una vigilessa può guardare a vista alcuni ragazzi consumare un bel boccale di birra. Accadimento che porta le associazioni a scrivere al Prefetto D’Antuono per richiedere la partecipazione alla prossima riunione del Comitato per la sicurezza, dove discutere della “iniqua questione”.
La lettera aperta al Prefetto: Illustrissimi riceventi, dopo l’ultima partita casalinga del Pescara contro l’Ascoli abbiamo avuto la conferma che le ordinanze prefettizie contro la vendita di alcoolici durante le partite di calcio sono uno strumento di discriminazione nei confronti di quelle attività economiche che sono soggette alle suddette ordinanze. E’ il caso di enoteche e pubblici esercizi comprese nell’area “proibitiva” che assistono puntualmente ad ogni partita al deflusso di clienti verso attività analoghe a poche centinaia di metri escluse dall’area. A questo fattore va aggiunto che i chioschi ambulanti vendono sistematicamente bevande alcooliche in beffa sia alle ordinanze prefettizie e sia alla legge nazionale che regolamenta il commercio ambulante( come da foto allegate). Vi ricordiamo che le nostre attività
Certi di un accoglimento della nostra richiesta, attendiamo di essere chiamati all’incontro in prefettura e porgiamo distinti saluti.
Associazione Terra Nostra – Associazione “Commerciando in Via d’Avalos” – Comitato Portanuova
Daniele Galli