All’avvocato Romolo Reboa, che insieme ai legali Maurizio Sangermano e Gabriele Germano difende i famigliari di tre delle 29 vittime del disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola, non sono piaciute le dichiarazioni del presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, che oggi, nel corso di una conferenza stampa, aveva chiamato in causa la scarsità di risorse e mezzi a disposizione dell’ente per spiegare la problematica gestione dell’emergenza maltempo il giorno della tragedia.
“Non vogliamo fare nessuna caccia alle streghe, ma si sarebbe potuto fare qualcosa per evitare tutti quei morti – dice Reboa, che assiste le famiglie di Valentina Cicioni e dei fidanzati Marco Tanda e Jessica Tinari – Quelle persone volevano andare via, ma la strada piena di neve non ha consentito loro di lasciare l’albergo”.
Poi l’avvocato cita espressamente Di Marco. “L’autodifesa del presidente della Provincia di Pescara sulla mancata tempestiva riapertura della Strada Provinciale 8 da Penne a Rigopiano ci ha portato a rileggere il comunicato entusiastico di quasi due anni fa, tuttora presente sul sito della Provincia – ha rimarcato Reboa – Lì si vede la foto dell’uomo politico con il suo staff, sulla strada in mezzo alla neve, che afferma entusiasticamente che era stato decretato d’urgenza l’impegno di 100mila euro per mettere in sicurezza la strada a rischio di frane e valanghe, così da garantire ‘alla comunità di Farindola di poter trascorrere la stagione turistica in totale sicurezza’”.
Reboa aggiunge: “In altra parte del sito si legge che nel novembre 2015 i lavori sono terminati, ma quello che è certo è che, se la sicurezza fosse stata effettivamente assicurata, la turbina per riaprire una strada notoriamente a rischio neve sarebbe arrivata tempestivamente e oggi non saremmo a piangere i morti dell’hotel”.
Infine si rivolge alla magistratura. “Ci auguriamo che la Procura della Repubblica acquisisca tutto il fascicolo relativo a questi lavori – conclude Reboa – che dimostrano come in Provincia si era coscienti della necessità di tenere aperta la strada in condizioni climatiche difficili”.