A quanto dice il sindacato Conapo, in alcuni momenti della notte rimarrebbero solo 25 uomini a scavare, alcuni attrezzati con guanti e calzature proprie, perché quelli della dotazione ufficiale non sono abbastanza resistenti al freddo. Sarebbero costretti, assenti anche i bagni chimici, a fare pipì nella neve.
Polemiche che, però, rimangono fuori da quelle macerie in cui i nostri vigili, tanti volontari, non esitano a infilarsi alla disperata ricerca di qualcuno ancora vivo o, almeno, di un corpo da restituire alle famiglie in pena da quasi una settimana. A loro non interessa se le ore passano e le speranze scemano: notte o giorni, neve o pietra, rami o cemento i nostri vigili scavano, strappano detriti e strisciano in pertugi anche quando sono evidentemente ciechi, tanta è la voglia di riuscire, e se si feriscono devono essere tirati via con le brutte dai compagni, perché rinunciare fa più male della botta.
A volte, come si sente nei filmati, la caparbietà si scontra con l’architettura, o quel che ne resta, e bisogna desistere, ma solo per cercare altre vie e arrivare dove si deve. Anche a costo, purtroppo, di rimetterci la vita.
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