Farindola. I morti dell’hotel Rigopiano riportati a casa. L’ultimo viaggio dalla tomba di neve e detriti sul Gran Sasso al saluto di parenti e amici comincia a Penne e a Farindola con Gabriele D’Angelo e Alessandro Giancaterino, il cameriere e il maitre dell’albergo travolto mercoledì scorso dalla valanga.
Domani i funerali nei loro paesi d’origine, i primi delle vittime della sciagura. Mercoledì a Loreto Aprutino, a pochi chilometri di distanza, le esequie di Sebastiano Di Carlo e Nadia Acconciamessa, i genitori di Edoardo, 8 anni, che invece è sopravvissuto e solo oggi ha saputo di essere rimasto orfano.
Nel piccolo centro del Pescarese, dove è stato proclamato il lutto cittadino, si attende con ridotte speranze di conoscere la sorte di Piero Di Pietro, il marito di Barbara Nobilio, ancora disperso. La moglie è già la terza vittima di Loreto.
Il lungo viaggio nel dolore è partito con la camera ardente di Giancaterino, 42 anni, capocameriere del Rigopiano. Una maglietta dell’Inter, la squadra di calcio che amava, è stata posata sulla sua bara, ospitata nella saletta del Consiglio comunale di Farindola, appena 1300 abitanti a 10 chilometri dall’hotel della morte. Dietro il feretro, da grandi finestre si vede la montagna innevata che lo ha ucciso. La moglie Erika seduta alla sua destra; il figlio Niccolò di 10 anni, che ieri sera ha saputo la verità, è a casa assistito da uno psicologo.
“Alessandro aveva poche passioni – racconta il fratello Massimiliano -: la famiglia, il lavoro e l’Inter. E poi le macchine dell’Alfa Romeo, sognava di potersene permettere una”. Dai parenti poca voglia di seguire la polemica sul ritardo nell’evacuazione dell’albergo. “Un evento eccezionale questa valanga – dice lo zio materno, Antonio Chiarini, venuto da Reggio Emilia -, qui non se ne sono mai viste di così grandi”. “Alessandro era tornato da un po’ di tempo a fare il suo lavoro, al Rigopiano: il direttore di sala”, ricorda. E ne era fiero.
Venti chilometri più in basso di Farindola, dove si contano anche altri due dispersi , a Penne, il Comune ospita accanto a un chiostro antico la camera ardente di Gabriele D’Angelo, 31 anni, cameriere del Rigopiano e volontario della Croce Rossa. Molti i giovani, anche in divisa rossa, venuti per le condoglianze al fratello e ai genitori. La stampa è tenuta a distanza. Sulla bara solo la foto del giovane, conosciuto nella sua cittadina anche grazie all’attività nel sociale. Ai lati del feretro foto di Gabriele quando era volontario in ferma breve dell’Esercito e con la tenuta della Croce Rossa.
E’ lutto cittadino anche a Penne, che ospita il centro di coordinamento dei soccorsi per il disastro dell’hotel.
Il prezzo più caro alla valanga finora l’ha pagato Loreto Aprutino, con tre vittime accertate. Dopo il funerale mercoledì dei coniugi Di Carlo, – da domani la camera ardente al Palatenda – ci si è quasi rassegnati all’idea di doverne fare un altro per Di Pietro e sua moglie. Ed è molto probabile che sia solo l’inizio: da quasi 72 ore non si trovano più superstiti vivi.