Le foto scattate stamani da Penne da Walter De Dominicis, a una ventina di chilometri di distanza, mostra a occhio nudo l’immensa violenza della slavina avvenuta sul versante orientale Gran Sasso.
La valanga dovrebbe essersi staccata a quota 2000/2200 metri dal versante sud/sud est del monte Siella, dividendosi in due canali, uno dei quali è quello della Valle Bruciata, scendendo per circa 1800 metri. L’estensione del fronte che ha colpito l’hotel Rigopiano è stimato sui 200 metri di estensione.
Un evento che gli stessi soccorritori hanno definito straordinario per quest’angolo di Appennino. “E’ stata un’enorme colata di detriti a travolgere l’hotel”, ricostruisce il geologo Gian Gabriele Ori, dell’università Gabriele d’Annunzio di Chieti. “E’ un fenomeno raro, che ha acquisito forza e velocità notevoli sotto la pressione della neve abbondante, dalla debolezza del terreno. Il terremoto lo ha innescato, come una miccia”.
Nel dettaglio, anche l’ipotetica traiettoria percorsa dalla slavina.