Gli investigatori hanno spiegato che le indagini tempestive e incalzanti hanno permesso di risalire celermente all’omicida. Preziose anche le testimonianze fornite dai medici, dagli infermieri e da alcuni passanti. Il lavoro della polizia e’ stato invece ostacolato dall’omertà’ e dal depistaggio messo in atto dalle persone legate al mondo della tossicodipendenza. Nello specifico i quattro pregiudicati arrestati per favoreggiamento hanno cercato di addebitare l’episodio al ferimento accidentale con un coccio di bottiglia a seguito di una caduta. In particolare Tavoletta ha avuto un ruolo di ‘regista’ dell’opera di depistaggio della polizia arrivando anche ad intingere nel sangue della vittima un frammento di bottiglia. Tavoletta ha anche ricostruito sul luogo del delitto la scena della caduta accidentale. Prima di morire anche la vittima ha fornito la stessa versione ai sanitari del 118 ma quando gli hanno chiesto come stava ha risposto ‘come uno che ha preso una coltellata’. Ad avvalorare la tesi dell’accoltellamento l’ispezione cadaverica del medico legale Cristian D’Ovidio che ha rilevato una ferita incompatibile con una lesione provocata da un frammento di vetro ma generata da un colpo secco con un’arma da taglio. Il medico inoltre non ha rinvenuto evidenti segni di colluttazione.
Fondamentale per risalire al colpevole anche l’indicazione fornita da una delle donne arrestate, Sandra Zazzara, che, messa alle strette, ha fornito alla polizia il nome di battesimo dell’assassino. Per domani pomeriggio e’ prevista l’autopsia di D’Aloisio.
A coordinare le indagini il pm del tribunale di Pescara Valentina D’Agostino. Il questore Paolo Passamonti, dopo aver messo in evidenza il lavoro veloce degli investigatori, ha detto che “l’indagine e’ stata una risposta anche alla paura della gente della zona”.