Pescara. “Tutti i docenti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Perché?”. E’ la domanda, comparsa su uno striscione, con cui si è concluso il flash mob promosso a Pescara dai docenti del movimento ‘Nastrini Rossi’. L’iniziativa era finalizzata a protestare contro la “mobilità obbligata imposta dalla ‘Buona scuola’ agli insegnanti stabilizzati con cattedre al Nord”. Un centinaio i partecipanti alla manifestazione, che si è svolta in contemporanea con altre tre città.
Quattro gruppi di docenti, in piazza della Rinascita, hanno rappresentato simbolicamente la riforma, con le sue quattro fasi, tra cui la fase ‘B’ e quella ‘C’, le “due più disgraziate”. Poi lo striscione e, per concludere, palloncini rossi liberati in cielo.
“Chiediamo parità di diritti tra gli insegnanti – affermano i promotori dell’iniziativa – Noi siamo stati discriminati, siamo l’unico gruppo costretto alla mobilità. Le nostre sedi sono tutte al Nord e saremo bloccati lì per tre anni, quando qui, magari, abbiamo una famiglia e un mutuo da pagare. Siamo persone con un’età media di 40 anni e dieci anni di precariato alle spalle. Si parla di modificare la 107: lo si faccia partendo dalle nostre esigenze, perché la parità dei diritti è venuta meno. Parità di trattamento vuol dire mobilità volontaria”.