La secca generale del porto canale ha messo in ginocchio la marineria; quella della darsena un settore più ampio e variegato: quello turistico e commerciale. Il catamarano della Snav, quello che effettua la tratta turistica estiva tra Pescara e Hvar, in Croazia, emblematicamente varata col nome di Pescara Jet, scappa ad Ortona, per quest’estate e molto probabilmente anche per la prossima date le scarse speranze risposte dall’azienda campana nel dragaggio previsto ad ottobre. C’ha provato la Snav, a giugno i responsabili sono venuti a Pescara a controllare e la motonave, pareva, poteva attraccare. Il dietrofront nei giorni scorsi: la motonave arriva, le pinne stabilizzanti dello scafo toccano, i motori si spengono e i circuiti propulsori si insabbiano. Addio Pescara, rotta verso Ortona.
Le conseguenze si riversano su chi nel porto ci lavora, sotto la diretta ricaduta indotta dalla Snav, e anche per chi sui turisti di passaggio che si imbarcano e quelli che dal traghetto sbarcano contano come fosse manna dal cielo. “Sono stati licenziati e messi in cassa integrazione decine di lavoratori”, spiega critico Moreno Di Pietrantonio, capogruppo consiliare Pd, “il danno complessivo subito dalle attività che operano nel porto è di circa 12milioni di euro. Il trasferimento del Pescara Jet al porto di Ortona causa la perdita di almeno 10 posti di lavoro”. Questi sarebbero i 2 addetti dell’Ufficio informazione turistica, 2 addetti antincendio, 2 addetti alla custodia delle automobili e poi manutentori e operatori per il rifornimento di merci e alimenti freschi per la nave. C’è poi l’indotto alberghiero: “Ventidue membri dell’equipaggio della nave hanno disdetto le prenotazioni negli alberghi di Pescara per tutto il periodo del collegamento con la Croazia”, prosegue Di Pietrantonio, e aggiunge, “mancati introiti per il servizio taxi e garage, mancati introiti per ristoranti-bar, negozi e tutte le attività commerciali di Pescara per milioni di euro di danni”. Secondo il Pd sarebbero circa 25mila i passeggeri dirottati su Ortona, e gli alberghi pescaresi avrebbero già ricevuto 2mila disdette nelle prenotazioni.
Ma se la Snav ha la possibilità di migrare verso altri porti, molti altri sulle banchine di Pescara hanno investito sono costretti a rimanerce, in secca, è il caso di dirlo, con un’impresa che passa dal fatturare 1milione all’anno a rimanere a zero. È il caso di Carlo Antonelli, uno dei titolari dell’Impresa Marittima San.Mar., che dal ’92 carica e scarica principalmente materie prime per le principali industrie siderurgiche locali. Bestioni da 3500 tonnellate che dalla Spagna, dall’ex Jugoslavia, dalla Turchia attraccavano a Pescara. “Poi il porto si è fatto sempre più piccolo”, racconta melanconico Antonelli davanti ad una delle sue grue ferme, “e il volume d’affari è costantemente diminuito. Una volta fatturavo anche più di 1milione l’anno, da 2-3 anni circa 70 mila”. Calano gli affari e a calano, inevitabilmente, anche i posti di lavoro; gli ultimissimi mesi hanno segnato il colpo di grazia: “Da inizio anno ho lavorato solo con 2 barchette che portano rotoli di ferro per la Coils”, continua, “giusto perché pescano meno di 3,30 metri. Sono rimasto con 3 operai: da marzo 2010 erano in cassa integrazione a rotazione, a marzo scorso è scaduta e ho chiesto la deroga per 8 mesi, ma nel frattempo non so come pagarli. Nessuna nave, ormai, può attraccare qui e quindi non possiamo lavorare”. I soldi non entrano, bensì escono, perché le spese non guardano in faccia al dragaggio. Esempio è la concessione che Antonelli deve pagare alla Direzione marittima: “Proprio stamattina”, spiega mentre ci mostra il documento (clicca e leggi ), “la Capitaneria di Porto mi ha inviato l’ennesimo sollecito per il pagamento di 2583 euro del canone 2011: devo pagare l’autorizzazione per fare un lavoro che mi costringono a non fare”.
Forti le critiche di Antonelli nei confronti della locale Direzione Marittima, simbolo dei costi di una struttura a tutti gli effetti paralizzata: “Dentro quegli uffici lavorano e vengono pagati con i soldi pubblici circa 80 militari, per far funzionare un porto che è fermo”, protesta l’imprenditore. Significativa la sua risposta, quando gli si chiede entro quando pensa si possa sbloccare la situazione: “Nessuna prospettiva, nessuna speranza”.
Cna: Testa restituisca certezze agli operatori. A difesa delle piccole e medie imprese del porto, la Cna pescarese invoca l’intervento di Guerino Testa: “il commissario straordinario al porto deve indicare con precisione tempi e modi con cui intende operare per riportare alla normalità l’infrastruttura”, esprime in una nota l’associazione di categoria, “per ridare certezze agli operatori commerciali e ai pescatori. Per riportare sulle banchine cittadine il collegamento con la Croazia già nel 2012”. A detta della Cna, già entro il prossimo mese di agosto il commissario, “che in altre vicende come la battaglia contro il pedaggio sull’asse attrezzato ha dato prova di buona volontà nella difesa del territorio, dovrà portare a conoscenza di tutti gli operatori economici pescaresi un piano di dettaglio, con l’indicazione di tempi e modi per il superamento dell’emergenza, indicando con precisione tutti quegli strumenti operativi e giuridici che dovranno impedire in futuro il ripetersi dell’emergenza, ma anche l’ammontare delle risorse a disposizione, la localizzazione dei siti in cui stoccare eventualmente i fanghi dragati, le strategie per coinvolgere tutti gli attori della vicenda”.
“A questo”, conclude la confederazione artigiana, “dovrà aggiungersi per la prossima stagione estiva una decisa campagna che, dopo l’esito grottesco della vicenda Snav, rilanci la compromessa e traballante credibilità della città. In sostanza, gli enti economici interessati (Regione, Provincia, Comuni di Pescara e Montesilvano, Camera di commercio) dovranno prevedere lo stanziamento di risorse straordinarie per sostenere il rilancio dell’offerta turistica pescarese, creare nuove basi per un rapporto positivo con la Snav, ridare fiducia a operatori economici frustrati”.
Testa: “Un commissario non ha poteri magici”. Risponde Testa, e in parte asseconda le critiche ricevute nei giorni scorsi da Moreno Di Pietrantonio: “Posso assicurare che stiamo facendo di tutto per garantire l’avvio delle operazioni di dragaggio del porto di Pescara in tempi rapidi. Ma come ho già detto nei giorni scorsi un commissario straordinario non ha poteri magici e si deve comunque attenere alle indicazioni dei tecnici e alle previsioni di legge, e fare in modo che venga rispettato l’ambiente”. Proprio stamattina, sulla banchina sud, il democratico aveva precisato sul battibecco avuto con Testa pochi giorni fa, dinanzi i vertici Snav: “Non lo critico, Testa ha iniziato con tanta buona volontà, dico solo che ha un ruolo inutile e senza alcun potere”. Testa, infatti, ammette: “Detto in parole povere non posso fare quello che voglio, anche se sicuramente ho la possibilità di derogare per ciò che riguarda i tempi, e mi impegno a farlo. Ma sull’ambiente non si transige. Il mio obiettivo è fare in modo che si draghi il porto e si punti, subito dopo, al superamento dei problemi strutturali, d’intesa con il Comune che ho già esortato ad andare avanti nel suo lavoro sul Piano regolatore portuale. Di certo, lo ribadisco ancora una volta, non è consentito neppure ad un commissario straordinario di eseguire operazioni di dragaggio e sversamenti a mare durante la stagione balneare”.
Daniele Galli