“Abbiamo contribuito – ha spiegato Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF – fattivamente a salvare da un vero e proprio ecomostro una delle aree protette più conosciute in Italia, esempio concreto di economia sostenibile fondato sulla preservazione del paesaggio vestino. Due ponti con pilastri di decine di metri avrebbero deturpato non solo l’oasi ma anche il centro storico di Penne, con gravi conseguenze ambientali. Purtroppo il cantiere è penetrato nell’area protetta senza alcuna autorizzazione della riserva e per questo ora chiediamo che sia fatta giustizia”.
Gli indagati la strada statale 81 Piceno-Aprutino dell’area vestina. sono 14, accusati a vario titolo, di truffa aggravata in concorso, falso ideologico, corruzione, concussione, violazione delle leggi ambientali.
Nel registro degli indagati sono stati iscritti l’ex presidente della Provincia di Pescara Luciano D’Alfonso, gli imprenditori Carlo, Alfonso e Paolo Toto, rispettivamente proprietario e amministratore della Toto Costruzioni spa, il progettista Carlo Strassil, già arrestato nell’ambito della stessa inchiesta il 19 aprile scorso, e il commissario straordinario dell’intervento Valentina Olivieri.
Indagati anche il responsabile unico del procedimento Fabio De Santis, coinvolto pure nell’inchiesta sui grandi appalti del G8 a Firenze, Michele Minenna dirigente dell’Anas, Paolo Lalli direttore dei lavori, Roberto Lucietti responsabile del procedimento, l’ingegnere Raniero Fabrizi, Angelo Di Ninni incaricato dalla Provincia di valutare l’incidenza ambientale della variante, Paolo Cuccioletta della società Archingroup, e Cesare Ramadori del consiglio di amministrazione della Toto.