Pescara. Dopo l’intervento delle associazioni ambientaliste, il comitato Via della Regione Abruzzo blocca la procedura per il taglio della diga foranea e chiede nuovi approfondimenti per il progetto del nuovo porto .
Il Forum abruzzese per i diritti dell’acqua, la Stazione ornitologia abruzzese e l’associazione Pescara Punto Zero avevano sollevato pesanti dubbi, dopo l’approvazione del piano regolatore portuale, su due dei progetti riguardanti il nuovo Porto di Pescara: il taglio della Diga Foranea e la costruzione di una barriera soffolta. Mercoledì scorso le associazioni ambientaliste sono state accolte in audizione dal comitato della Regione Abruzzo che valuta l’impatto ambientale delle opere pubbliche, evidenziando diverse criticità su procedure e contenuti, relativi soprattutto al rischio alluvione sulla città.
“Il Comitato”, scrivono in una nota congiunta le tre associazioni, “ha subito recepito la nostra osservazione sulla necessità di valutare attentamente il rischio di inondazione per la città di Pescara a causa delle due opere previste. Infatti gli stessi studi a corredo dei progetti dicono che in particolari condizioni di mare l’onda non solo entrerebbe nel porto canale ma si innalzerebbe ulteriormente, tanto da rendere inutilizzabile il porto per almeno una settimana l’anno. Il Provveditorato però non ci dice cosa accadrebbe in caso di alluvione del fiume contemporanea a queste condizioni di mare. Il Pescara potrebbe sfogarsi oppure si rischia di ripetere quanto accaduto nel 1992?”.
Il Comitato VIA ha quindi chiesto di approfondire questo aspetto e altri dettagli delle opere, causando ulteriori ritardi a un iter durato anni. “Non possiamo che stigmatizzare il comportamento del Provveditorato”, aggiungono gli ambientalisti, “che, a furia di escamotage e tentativi di cercare scorciatoie, non sta facendo altro che allungare a dismisura i tempi degli interventi con il risultato che si crea un’emergenza utile a far passare come necessaria la scellerata conformazione del nuovo Piano Regolatore portuale. Tale strumento di programmazione è stato assoggettato alla sola Valutazione Ambientale Strategica quando, fin dal 2011, il Ministero dell’Ambiente aveva suggerito di procedere con un’unica procedura coordinata VIA-VAS certo più conveniente sia per il contenimento dei tempi sia per la valutazione dei contenuti progettuali”.
“Invece la regione”, concludono le tre associazioni, “in collaborazione con Comune, capitaneria e provveditorato, ha fatto solo la VAS nel 2014, rimandando ad una fase successiva la V.I.A. sugli interventi puntuali. Noi ci opporremo strenuamente perchè solo con una V.I.A. corretta si possono evidenziare problemi che potrebbero risultare esiziali sia per la protezione di Pescara sia per l’economia della città”.