Una nota “di indignazione”, così i 37 “revocati” hanno usato declinare l’invito del Rettore Cuccurullo per l’incontro che si sarebbe dovuto tenere ieri per discutere della situazione; un incontro ” infruttuoso nell’attuale paradossale situazione” lo definiscono gli stessi professori, scrivendolo nella nota indignata, inviata con congruo anticipo al Rettore per respingere l’invito.
Indignazione arrivata al suo culmine 7 giorni fa, quando “nonostante i documenti tecnici, contabili e pareri legali, inviati dai massimi esperti italiani di diritto amministrativo, volti a mostrare l’erroneità della posizione del CdA., il Magnifico Rettore”, dicono i professori, “senza informarne il Senato Accademico, ha improvvisamente spedito le raccomandate di preavviso di revoca delle prese di servizio”. Solo dopo questo atto Cuccurullo avrebbe invitato i 37 ad incontro, al quale i professori hanno comunicato la loro indisponibilità ritenendolo, per l’appunto, infruttuoso. “L’avvio del procedimento per la revoca delle prese di servizio da parte dell’Università di Chieti-Pescara è un atto lesivo degli interessi dell’Università, illegittimo ed ingiustificato”, spiegano i revocati, che il 31 marzo scorso vennero assunti in servizio dall’Ateneo dopo una selezione di due anni e il conseguimento dell’idoneità di insegnamento in seguito a regolare concorso; un gesto, sulle prime, preso dai docenti come “un chiaro impegno di voler, anche in tempi difficili, riconoscere la professionalità degli stessi e di voler contribuire allo sviluppo dell’Ateneo”. Speranze presto infrante con la revoca dell’assunzione: “Invece a poco più di due mesi dalla presa di servizio il Cd’A li revoca sulla base di un’inesistente ipotesi di danno erariale: la stragrande maggioranza dei 37, già in servizio alla d’Annunzio, ha infatti lo stipendio bloccato fino al 2014 dal decreto anticrisi”, chiosano ancora i 37 in un comunicato stampa.
“Con l’enorme amarezza di chi vede svilita l’Istituzione e frustrata la propria volontà di contribuire fattivamente, attraverso notevoli sacrifici, al progresso scientifico ed economico della nostra regione”, conclude la nota a firma dei 37, “i professori comunicano che daranno corso ad ogni opportuna azione legale contro una decisione gravemente lesiva per il conseguimento degli alti fini dell’Università; decisione che è nel contempo ingiustificata ed illegittima”. L’unica loro consolazione rimane la posizione assunta da alcuni presidi, come quello della Facoltà di Scienze della Formazione che si sta battendo in Senato a difesa dei 37: “Una lettera con le sue importanti dichiarazioni, fatta pervenire a tutto il corpo docente della d’Annunzio, restituisce una fotografia dell’Ateneo Abruzzese che va ingrigendosi sempre più: se nulla verrà fatto il suo declino è assicurato”, concludono i revocati.
Daniele Galli