Pescara. Inizialmente aveva cercato, dietro pesanti minacce, di farsi consegnare duemila euro da un commerciante bangladese, la cui unica “colpa” era quella di essere proprietario di una rivendita di generi alimentari in pieno centro cittadino.
Non essendo riuscito nell’intento, aveva deciso di punire la sua vittima, dandogli una lezione, in pieno giorno, in una delle vie più trafficate di Pescara.
A finire in manette è stato L.R., 44enne pescarese, incensurato.
L’uomo è stato raggiunto questa mattina da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip Gianluca Sarandrea su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Barbara Del Bono, in relazione ad un tentativo di estorsione, ad una rapina e ad una violenta aggressione di cui è rimasta vittima il 32enne immigrato del Bangladesh.
Che sia stato unicamente il pensiero di chissà quali immaginati incassi di quel negozio etnico a pochi passi da piazza Sacro Cuore, a solleticare l’appetito criminale di L.R., o se a ciò si sia accompagnato anche il convincimento che, tutto sommato, un bangladese dal carattere mite e remissivo, straniero in terra italiana, non avrebbe avuto la forza di ribellarsi o, peggio, di denunciare, è elemento su cui gli investigatori stanno appuntando la loro attenzione.
Fatto sta che il malcapitato commerciante la forza di denunciare quanto accadutogli l’ha trovata eccome ed il suo racconto ha convinto, in prima battuta, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Pescara, che hanno in poco tempo acquisito decisivi riscontri per la ricostruzione dei fatti e per l’accertamento delle responsabilità.
Si è così appurato che Luigi RAMPO, agli inizi del maggio scorso, aveva iniziato a “taglieggiare” il commerciante straniero, presentandosi una prima volta presso il suo negozio dove, perentoriamente, gli aveva intimato la consegna di duemila euro; consegna che non avveniva in quanto la vittima riusciva a prendere tempo, promettendo di pagare in un secondo momento.
Dopo pochi giorni, l’uomo si è presentato nuovamente presso l’esercizio commerciale, dove ha reiterato la sua ingiustificata richiesta, fornendo addirittura alla propria vittima, comprensibilmente intimorita dal fare intimidatorio dell’uomo, un numero di post-pay su cui avrebbe dovuto versare la somma.
A tali richieste hanno fatto seguito anche pressioni e minacce telefoniche del malfattore, spazientito dalla riluttanza del commerciante a piegarsi al suo volere.
Lo scorso 18 maggio, nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele, quest’ultimo è stato brutalmente affrontato da L.R. e da un complice, ancora non identificato, che, dopo averlo nuovamente minacciato per indurlo a pagare, lo aggredivano violentemente, colpendolo con calci, pugni e con una mazza di ferro, così procurandogli fratture al naso e lesioni giudicate guaribili in 20 giorni . Nella circostanza lo rapinavano anche di una collana d’oro.
L’uomo, rintracciato nella sua abitazione, è stato trasferito in carcere in attesa di essere interrogato dall’Autorità Giudiziaria.