Non è un pesce d’aprile, anche se sono stati in molti a pensarlo tra i dirigenti delle 21 società sportive che questa mattina hanno ricevuto la telefonata dell’Ufficio sport del Comune di Pescara: “Salve, voi vi allenate a Rampigna? Da lunedì non avrete più il campo a disposizione”. Questo è quanto detto ad un dirigente di una squadra di calcio di Terza categoria, e le stesse parole sono state usate con altre 15 squadre di calcio che utilizzano Rampigna e Rancitelli e 5 squadre di basket e pallavolo che adoperano la palestra di via Orfento. “Ordini dirigenziali per mancanza di personale”, riferiscono gli impiegati dell’ufficio Gestione impianti sportivi, diretti da Tommaso Vespasiano. La scelta ricade sugli impianti citati, specialmente per quelli da calcio, sugli unici due campi rimasti in terra (pronta la realizzazione in sintetico per quello dei Gesuiti); ma al contempo, sono due degli impianti più utilizzati da centinaia di ragazzi dei settori giovanili.
La vicenda ha origini lunghe: da tempo, infatti, si avvicendano le gestioni appaltate e quelle direttamente comunali. Fino a settembre erano parecchie le ditte private che custodivano, pulivano e rendevano gli impianti funzionali, con non poche lamentele da parte degli ex dipendenti comunali poi assunti da queste in condizioni “poco favorevoli”. Dall’inizio dell’attuale stagione sportiva, invece, sono rimaste in gestione privata solo il campo di Zanni e il palazzetto di via Elettra, il cosiddetto Palaelettra 2.0, dove si giocano le partite di pallavolo, mentre i restanti sono tutti dipendenti comunali supportati da alcuni operatori socialmente utili. Ma sono gli stessi impiegati a spiegare che a fronte di una precedente cinquantina di operai disponibili, ora ne sono rimasti circa 20, mentre gli impianti, le attività e le società attive sono aumentate. Vari gli operai comunali andati in pensione o trasferiti in altri settori, quindi sugli impianti sportivi ci si è ridotti ad interventi di poche ore: i custodi lavorano giusto il tempo necessario ad aprire e chiudere i cancelli e a tenere in ordine campi e spogliatoi, spesso gestendo in una sola persona anche due impianti contemporaneamente, come avviene per il campo San Marco e il dirimpettaio palazzetto Giovanni Paolo II.
Occorrerebbe, invece, far lavorare persone su turni interi da sei ore; ma il problema più grave si verifica quando anche solo uno o due operai si assentano per malattia, con estrema difficoltà nel trovare sostituti liberi. Già a dicembre accadde che tre squadre di Pulcini 2000 rimasero chiusi fuori dal Rampigna perché il custode di turno, malato, non era stato rimpiazzato. Facile comprendere la situazione una volta appreso che gli impianti lavorano dal lunedì al venerdì dalle 7:00 alle 23:00 e nel week end ospitano una mole elevatissima di gare e manifestazioni. Evidentemente, oggi, si sarà ripresentato l’ennesimo “buco” impossibile da coprire, e il dirigente Vespasiano ha ordinato la chiusura temporanea dei tre impianti: si parla di situazione transitoria, ma le soluzioni all’orizzonte sono davvero poche, visti anche i tagli (oltre che gli aumenti delle tariffe d’uso) previsti dal bilancio di prossima discussione in questi giorni.
Da tempo l’Ufficio ha proposto l’integrazione del personale con gli ex impiegati Inps in cassa integrazione: proposta, però, bocciata dai piani superiori. Si calcola che basterebbero una quindicina di operai in più per risolvere il problema, fatto sta che da lunedì prossimo, passato l’ultimo week-end di gare, Rancitelli e la palestra chiuderanno i battenti, mentre Rampigna subirà lo stesso destino da martedì, giusto per consentire lo svolgimento delle ultime gare in calendario per lunedì. Nei guai, ora, società e federazioni che, con tutti gli altri impianti pubblici occupati e gli orari già coperti, non sanno dove allenarsi e far disputare le gare. Niente male per la Pescara eletta Città Europea dello Sport 2012, battendo Charleroi (Belgio) e Firenze grazie “alla qualità degli impianti sportivi e il loro utilizzo e gestione”.
Per l’Amministrazione si prospettano giorni di dura polemica; si ipotizza che ora si giocheranno più gare sugli stessi impianti, prolungando in questo modo l’orario lavorativo degli addetti attuali, ma a meno che questi non intendano lavorare senza percepire stipendio e straordinario, le casse comunali dovranno sborsare gli stessi soldi che andrebbero al personale aggiuntivo necessario.
Daniele Galli