Pescara. Il tema del randagismo e dell’operato sul territorio da parte del Servizio veterinario dell’Asl è al centro delle considerazioni espresse dalle associazioni animaliste del pescarese, che con una nota stampa hanno comunicato:
“Il dirigente ASL con funzione di direttore sanitario del canile di Pescara ha espresso diverse considerazioni che hanno molto preoccupato le Associazioni: il dirigente avrebbe sostenuto che le Associazioni animaliste non dovrebbero avere una parte attiva nei tavoli tecnici e che il loro coinvolgimento dovrebbe essere limitato a informarle delle decisioni prese”.
La segnalazione arriva dalle associazioni Codici Abruzzo, Dog Village, ENPA, LAV, Lega Nazionale per la Difesa del Cane e OIPA, che affermano:
“Ciò appare un tentativo di negare il ruolo centrale svolto dalle Associazioni su temi tanto delicati quali la prevenzione del randagismo e la tutela del benessere animale. Ruolo ribadito non solo dalle circolari ministeriali, ma anche dalla legge 281/1991, (comma 3 art. 3), e dalla L.R. 47/2013, comma 1 art. 3,) che attribuiscono un inderogabile coinvolgimento delle associazioni animaliste nei programmi di prevenzione al randagismo”.
“Anche sugli animali vaganti il responsabile Asl avrebbe espresso delle idee che sono evidentemente frutto di una fuorviante interpretazione della legge: secondo il dirigente, durante la reperibilità festiva e notturna, la ASL dovrebbe recuperare solo i cani feriti o pericolosi ma questa affermazione va in netto contrasto con la LR 47/2013 che non fa alcuna distinzione tra cani feriti, pericolosi o semplicemente vaganti. Sono molteplici tuttavia le testimonianze di cittadini e volontari che segnalano cani vaganti al Servizio Veterinario ASL e che si sentono rispondere di lasciare il cane dove si trova perché non è ferito e non è pericoloso, nonostante la sua permanenza in strada possa costituire un rischio per l’animale stesso e per gli automobilisti”.
“L’ultimo esempio, ma solo in ordine di tempo, è stato il ritrovamento da parte di una cittadina di una cagnolina in evidente stato di gravidanza in un’area cani a Pescara. Anche in questo caso, stando a quanto affermato dalla segnalante, il veterinario di turno le avrebbe detto di lasciare la cagnolina lì, in spregio a qualsiasi idea di prevenzione del randagismo e tutela del benessere animale. La segnalante ovviamente non se l’è sentita e ha contattato la LAV che, dopo aver constatato l’assenza di microchip, ha affidato la cagnolina alla Lega del Cane Pescara dove ora viene accudita in attesa che dia alla luce i suoi cuccioli.
“Per questi motivi, per il perdurare di un approssimativo quanto sterile coordinamento sul territorio con le associazioni animaliste alle quali va riconosciuto il preminente ruolo di monitoraggio di quelle situazioni che talvolta sfuggono al controllo delle istituzioni (Polizia Municipale) e dell’azienda pubblica (ASL) e che troverebbero piena soluzione solo attraverso sinergiche collaborazioni e per molti altri episodi gravi che si sono verificati all’interno del canile sanitario e per i quali da anni le Associazioni chiedono spiegazioni, Codici Abruzzo, Dog Village, ENPA, LAV, Lega Nazionale per la Difesa del Cane e OIPA chiedono un incontro con il Prefetto, l’Assessore Regionale competente e il Ministero della Salute affinché si ripristini la corretta applicazione della legge per la tutela degli animali, anche nell’ottica di un più efficiente utilizzo dei fondi pubblici messi a disposizione a tal fine”.
“In tal senso, il secondo passo sarà chiedere conto ai singoli Comuni di quanto è stato fatto per vigilare sull’operato della Asl, essendo il sindaco la massima autorità sanitaria per il proprio territorio di competenza”.