Pescara, furti di pannelli fotovoltaitici: sgominata banda specializzata, 4 arresti

Pescara. Avevano costituito una banda specializzata in furti di pannelli fotovoltaici in tutto il centro Italia; per questo, quattro cittadini di origine marocchina domiciliati nella provincia di Salerno sono stati sorpresi ed arrestati nella notte tra il 14 ed il 15 luglio dai Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Popoli, al termine di un’articolata operazione che ha visto coinvolti circa 20 militari del Comando Provinciale Carabinieri di Pescara nella prevenzione e contrasto ai reati predatori.

L’operazione, i cui particolari  saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa presso il Comando Provinciale Carabinieri alle ore 11,00, ha consentito di recuperare refurtiva per una valore di circa 250.000 euro.

— AGGIORNAMENTO —

I pannelli recuperati sono il provento di un furto commesso ai danni di un impianto che si trova in contrada Fonteschiavo di Nocciano, gestito da una società con sede legale a Osimo (Ancona). In manette sono finiti quattro uomini originari del Marocco di età compresa tra 24 e i 41 anni, tutti residenti in provincia di Salerno.

Nello specifico, nella tarda serata del 14 luglio scorso, i militari dell’Arma, hanno notato movimenti sospetti di alcuni furgoni nell’area compresa tra i territori di Pianella, Nocciano e Alanno scalo. I carabinieri del Nucleo investigativo e della Compagnia di Popoli hanno, quindi, fermato uno dei furgoni guidato da un giovane marocchino e hanno trovato 170 pannelli rubati.

Le indagini hanno permesso, poco dopo, di intercettare altri due cittadini marocchini alla guida di altrettanti furgoni. A bordo dei due mezzi sono stati rinvenuti complessivamente 350 pannelli fotovoltaici. Il quarto arrestato è stato invece sorpreso a bordo di una vettura Audi A4 e aveva il compito di condurre i mezzi verso un impianto fotovoltaico situato tra Nocciano e Alanno e poi di indicare la strada per raggiungere l’autostrada A25. Particolarmente movimentato l’arresto del cittadino marocchino alla guida dell’ultimo furgone intercettato.

La banda operava in due distinti fasi: la prima dedicata all’introduzione furtiva nell’impianto e allo smontaggio dei pannelli; la seconda al caricamento della merce sui furgoni e all’immediato rientro verso la località di origine, dove la refurtiva sarebbe stata venduta a circa 50-80 euro a pezzo, a fronte di un reale valore compreso tra i 200 e i 300 euro.

I dettagli dell’operazione sono stati resi noti dal maggiore Massimiliano Di Pietro e dal capitano Antonio Di Cristofaro.

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