“Sono innamorata, vado via di casa”, così una ragazza pescarese aveva lasciato il padre e la madre non appena compiuti i diciotto anni. Dopo alcuni giorni di assenza da casa, i genitori hanno denunciato alla polizia la scomparsa della figlia; poi, insospettiti dall’età del fidanzato, 14 anni più grande della ragazza, hanno cominciato a frugare nella cameretta della ragazza, scoprendo nel diario segreto un retroscena ben più grave. Già dal 2008 Luca Carpiani, questo il nome del pusher trentatreenne, aveva avviato la ragazza alla tossicodipendenza, prima con la cocaina, per arrivare all’eroina passando dall’hashish. I genitori tornano in Questura, recuperano la ragazza e si avvia l’indagine coordinata dal Procuratore Aggiunto Cristina Tedeschini, conclusa questa mattina con l’arresto del Carpiani e dei suoi fornitori: tre giovani rom, già noti alle forze dell’ordine per reati legati alla droga, che esercitavano lo spaccio nei quartieri di San Donato e Rancitelli.
Il Capo della Squadra Mobile, Pierfrancesco Muriano, affiancato dal Sostituto Commisario Guido Camerano, dal Vice Questore Aggiunto Dante Cosentino e dall’Ispettore Cinzia Di Cintio, ha spiegato in conferenza stampa come intercettazioni telefoniche, appostamenti e pedinamenti hanno consentito di risalire all’attività di spaccio di Carpiani e ai suoi tre fornitori. Giovanissimi i suoi clienti, riforniti direttamente davanti alle scuole superiori della città e all’interno delle stesse veniva consumata l’eroina, fumandola di nascosto nei bagni. Fornitore abituale del Carpiani era Claudio Spinelli, il ventiquattrenne rom costretto agli arresti domiciliari nella sua abitazione di via Rio Sparto per l’aggressione di Pescara Vecchia; passava la droga direttamente dalla finestra, aiutato dalla moglie, Giulia Spinelli, ventiduenne chietina, già arrestata lo scorso dicembre con 100 grammi di hashish tra le mani. Insieme ai due
E nella lunga lista di clienti dei tre rom fornitori c’è anche il nome del Carpiani, l’unico finito agli arresti domiciliari. La giovane ragazza, invece, è tornata alle cure dei genitori e, insieme ad altre coetanee coinvolti sin dall’inizio in questa brutta storia, ha già intrapreso il percorso di disintossicazione, “Ma non si può ancora parlare di lieto fine”, afferma l’ispettore Di Cintio, che ha trattato personalmente il caso della ragazza. “La realtà cittadina”, spiega, “racconta sempre più di ragazzi che fanno uso di droghe pesanti già da giovanissimi. Si pensa che fumando l’eroina non si è tossicodipendenti, invece i danni sono devastanti. Si espande così il fenomeno della poliassunzione, e recuperare chi assume più tipi di droghe è molto più complicato”.
Pescara è sempre più crocevia di cocaina ed eroina, la prima proveniente principalmente dalla Campania, la seconda gestita dalla collaborazione tra albanesi e rom locali: “Dall’8 novembre all’8 febbraio sono già stati sequestrati solo dalla Squadra Mobile ben 5,2 chilogrammi solo di droga pesante”, sottolinea Muriano.
Daniele Galli