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L’appello dei commercianti: Pescara più bella per attrarre turisti e clienti

Pescara. Riqualificare il patrimonio urbano per far ripartire turismo e commercio del capoluogo adriatico: ad invocare il “restyling” sono alcuni degli storici esercenti del centro di Pescara.

“Se un programma di promozione turistica non è dato averlo sarà almeno possibile innalzare la qualità della vita?”: è la provocatoria domanda, inclusa in una lettera aperta, che avanzano alcuni dei commercianti più noti del centro pescarese, desiderosi che “che la città diventi attrattiva sia per gli abruzzesi che per i turisti”.

“La Città ha bisogno di una riqualificazione urbana subito”, affermano in coro, “e per questa non ci serve di aspettare i grandi progetti che mettono in paralisi per 10 o 30 anni. Se fosse bella ed efficiente la gente avrebbe il piacere di venire a Pescara anche dalle città vicine, e poiché la criminalità trova il suo humus laddove si annidano degrado e abbandono automaticamente aumenterebbe anche il livello di sicurezza”.

“La riqualificazione urbana ci restituirebbe una città bella da vivere e da visitare, attrattiva, e contemporaneamente  rimetterebbe in circolo soldi nelle tasche della gente – dice Vittorio Fascina del Victor Shoes di via Battisti – sono migliaia i posti di lavoro che si potrebbero generare dalla rigenerazione urbana di Pescara. Subordinare questo alla realizzazione dei grandi progetti ci ha messo in paralisi. Dobbiamo muoverci subito cominciando da un restyling del centro: Corso Umberto è il nostro biglietto da visita, ebbene, è nel degrado assoluto. Per non parlare di Corso Vittorio e via Nicola Fabrizi. Ormai i negozi hanno chiuso e restano solo le grandi catene internazionali che vendono a pochi centesimi: così chi vogliamo attrarre per gli acquisti?”.

“Persino la segnaletica manca”, prosegue, “: chi scende dall’asse attrezzato non trova un cartello che indica il centro! E venire in centro costa almeno 3 multe perché la segnaletica non si capisce. I miei clienti dei marchi internazionali, che vengono qui da anni, hanno registrato tutti l’arretramento di Pescara: una volta era bella e facile, adesso è vecchia e sporca. Evidentemente la volontà è canalizzare sui centri commerciali sia chi abita qui che gli avventori. E a noi ci dicono di aprire la notte: e per chi, per gli ubriaconi?”.

“Neanche un cartello che indica ‘parcheggio centro’: abbiamo un  cartello che dice ‘area di risulta’ – aggiunge Barbara Cazzaniga dell’omonima e storica gioielleria in piazza Salotto – e chi arriva pensa di andare in mezzo ai frigoriferi buttati alla spazzatura! Viviamo nell’era dell’alta qualità, sopravvive chi fa eccellenza e Pescara è nel degrado, a cominciare da piazza salotto. Vogliamo regole: qua non si sa neanche se e cosa bisogna fare per mettere una fioriera figuriamoci per rifare un palazzo, il risultato è  che è tutto abbandonato. Ci vogliono regole e Pescara non le ha. Ripartiamo dalle cose ordinarie, dal quotidiano, e riqualifichiamo subito la città restituendole estetica ed eleganza: questo si può fare subito invece di aspettare le grandi opere. Adesso è tutto bloccato in attesa: mentre aspettiamo rifacciamo la città”.

Carlo Miccoli, titolare del centenario Bar Excelsior di Corso Umberto e Presidente Fipe di Confcommercio, dice di “non aver mai visto Pescara così brutta”. “Il comparto edile ha fatto lavorare tutti gli altri settori e non si comprende perché Pescara che ha tanto bisogno di essere riqualificata non trovi la via di aprire i cantieri: abbiamo palazzi che vanno demoliti e rifatti, altri vecchi e brutti da ristrutturare, cosa aspettiamo, che nessuno metta più piede in città , che se ne vadano pure quelli che ci abitano e restino solo i disgraziati e i criminali? Pescara ha bisogno di rinascere dal proprio patrimonio edilizio: una città è quello che si vede e qui si vede immobilismo che ha portato abbandono. L’Amministrazione dovrebbe incentivare le imprese perché queste portano lavoro, e invece le blocca, le tiene ferme. Sono anni che non si fanno interventi, la città è vecchia e non manutenuta. Intanto i giovani sono a spasso senza lavoro:  quelli che spendono hanno mediamente 35/40 anni ed escono con i soldi dei genitori”.

“Credo che riqualificare sia il punto di partenza, solo un inizio, ma che dopo devono esserci altre progettualità. Se ci sono progetti edili che migliorano la città e portano vantaggio a tutti bisogna attuarli, purché non si costruisca ancora perché lo il suolo è finito” – taglia corto Pietro Bucciarelli della Cremeria Bresciana di via Trento.