Pescara. Sarà processato il 10 ottobre prossimo dalla Corte d’Assise di Chieti Mirko Giancaterino, 37 anni, accusato dell’omicidio di Gabriele Giammarino, 80 anni, ex maresciallo dell’areonautica, trovato morto il 13 settembre scorso nella sua abitazione di via Bernardo Castiglione, a Penne.
Il 37enne, accusato dal pm Miravana Di Serio di omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà e di incendio doloso, oggi pomeriggio è stato rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe colpito la vittima con violenti pugni e 26 coltellate riducendolo in fin di vita e poi avrebbe “appiccato il fuoco al materasso posizionato sopra il corpo di Giammarino”.
La vittima era ridotta “in uno stato di sopore post traumatico a livello cranio- ecefalico o di vero coma, tanto da non essere in grado di mettere in atto alcun tentativo di fuga” e, sempre secondo l’accusa, il 37enne “ne cagionava la morte per arresto cardio respiratorio da insufficienza respiratoria per inalazione di fuliggine ad elevata temperatura”.
Contro Giancaterino, che avrebbe agito per derubare la vittima, ci sono i video registrati dalla telecamera di una tabaccheria vicino a casa dell’ex maresciallo, le tracce di sangue rinvenute sulle scarpe da tennis e sui pantaloni della tuta, una testimone che l’avrebbe visto mentre usciva dall’abitazione dell’80enne. Il 37enne è difeso dall’avvocato Melania Navelli.
Le parti offese, la sorella della vittima, Pasqualina Giammarino, e i due nipoti dell’ex maresciallo, sono rappresentate dall’avvocato Federico Squartecchia. Ad occuparsi delle indagini sono stati i carabinieri della Compagnia di Penne, guidati dal capitano Alessandro Albano, che subito dopo il delitto hanno rintracciato rapidamente ed arrestato il presunto assassino, e i carabinieri del Nucleo investigativo di Pescara, guidati dal maggiore Massimiliano Di Pietro