Bussi sul Tirino. Dopo quattro anni di attesa, la Conferenza dei servizi Sin Bussi convocata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), ha dato l’ok, questa mattina, per la ridefinizione del perimetro del SIN Bussi Sul Tirino, investito dalla “discarica dei veleni”
Alla riunione, in videoconferenza con i tecnici del Ministero, hanno partecipato il Sottosegretario alla Presidenza della Regione Abruzzo, con delega all’Ambiente Mario Mazzocca, il Dirigente del Servizio Gestione dei Rifiuti Franco Gerardini, i Sindaci di Bussi Sul Tirino e Tocco da Casauria, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste (Legambiente, WWF e Acqua Bene Comune) e della CGIL Abruzzo.
Nel corso della riunione è stato approvato il perimetro dello stralcio, di estensione di circa 28.000 metri quadri, che sarà escluso dal SIN e che potrà essere reso disponibile per eventuali interventi di reindustrializzazione. A breve Il MATTM emanerà il decreto di nuova perimetrazione.
Plaudono gli ambientalisti per “l’esclusione di alcuni ettari risultati puliti”, ma ora chiedono a gran voce di “concentrarsi sulle aree inquinate e recuperare i ritardi”.
“Quelle escluse”, Dichiara Augusto De Sanctis del Forum H2O, “sono aree private in larga parte di Solvay, risultate non contaminate secondo le analisi effettuate nel corso degli anni. Ora, non appena sarà pubblicato il nuovo Decreto la competenza passerà dal Ministero dell’Ambiente al Comune di Bussi che dovrà valutare se i terreni possono essere restituiti agli usi legittimi. Un’area di poco più di due ettari, fuori dal perimetro dell’attuale polo industriale, potrebbe accogliere nuovi insediamenti”.
“Nella conferenza dei servizi di oggi ho ribadito al ministero che non è possibile andare avanti con questi tempi biblici”, prosegue l’ambientalista, “Ci sono voluti quattro anni per escludere un sito che gli enti ci dicono non essere inquinato dal perimetro. Quando tempo dovremo aspettare per la bonifica di quelli contaminati che presentano una complessità neanche lontanamente paragonabile? Quando tempo ci vorrà per esaminare ed attuare i progetti di bonifica quando arriveranno? Per molte aree, sia pubbliche che private, a 8 anni dalla perimetrazione del sito, addirittura manca ancora la caratterizzazione. Inoltre ho stigmatizzato la scarsa trasparenza rispetto ai risultati dei monitoraggi che dovrebbero essere resi pubblici periodicamente”.