Prime ipotesi lasciano pensare che il gesto sia una macabra manifestazione di protesta da parte di cacciatori o agricoltori nei confronti dello stesso Ente Parco. Alcuni abitanti del luogo riferiscono della presenza di bracconieri che da anni piazzano trappole non consentite, i cosiddetti ‘lacci’, per catturare esemplari di cinghiali e di altre specie. Ma oltre a questi individui criminali, anche i cacciatori e gli agricoltori della zona si sarebbero spesso lamentati presso la direzione del Parco per regolamenti restrittivi o per le incursioni degli animali protetti presso orti e coltivazioni. Non sono mancati, in passato, ritrovamenti di cervi feriti e presso i residenti è diffusa la convinzione che i gravi incendi degli ultimi anni siano da ricondurre alle stesse motivazioni.
La notizia è circolata rapidamente anche su Facebook, dove alcuni denunciano: “Questo è una delle tante crudeltà che commettono i bracconieri di S. Tommaso, Caramanico e paesi limitrofi: uccidere un animale indifeso e mostrarlo come trofeo come rivalsa nei confronti del Parco della Majella”.
Daniele Galli