Pescara. Una scena agghiacciante è quella che si è rivelata agli occhi degli abitanti di S.Tommaso, piccola frazione del Comune di Caramanico Terme, quando nella notte fra martedì e mercoledì hanno visto il cadavere di una faina pendere per la coda da una corda legata ad un’insegna del Parco Nazionale della Majella.
Prime ipotesi lasciano pensare che il gesto sia una macabra manifestazione di protesta da parte di cacciatori o agricoltori nei confronti dello stesso Ente Parco. Alcuni abitanti del luogo riferiscono della presenza di bracconieri che da anni piazzano trappole non consentite, i cosiddetti ‘lacci’, per catturare esemplari di cinghiali e di altre specie. Ma oltre a questi individui criminali, anche i cacciatori e gli agricoltori della zona si sarebbero spesso lamentati presso la direzione del Parco per regolamenti restrittivi o per le incursioni degli animali protetti presso orti e coltivazioni. Non sono mancati, in passato, ritrovamenti di cervi feriti e presso i residenti è diffusa la convinzione che i gravi incendi degli ultimi anni siano da ricondurre alle stesse motivazioni.
La notizia è circolata rapidamente anche su Facebook, dove alcuni denunciano: “Questo è una delle tante crudeltà che commettono i bracconieri di S. Tommaso, Caramanico e paesi limitrofi: uccidere un animale indifeso e mostrarlo come trofeo come rivalsa nei confronti del Parco della Majella”.
Daniele Galli