Pescara. Omicidio colposo e falso ideologico. Di questo dovrà rispondere Marco Basile, medico del reparto di chirurgia dell’ospedale civile di Pescara, rinviato a giudizio come disposto dal gup del tribunale di Pescara Guido Campli, che nel contempo lo ha assolto dalle accuse di soppressione di atto pubblico e falso ideologico in atto pubblico, relative ad un verbale poi ritrovato.
La vicenda risale al 18 gennaio del 2007, giorno del decesso di Costanza Vieste, 74 anni, venuta a mancare dopo tre interventi chirurgici ai quali era stata sottoposta proprio nell’ospedale pescarese. In un primo momento era stata ipotizzata l’errata asportazione del rene sinistro, ma i periti del gip hanno poi verificato che in realtà il rene era atrofico e rimpicciolito rispetto alle dimensioni normali.
L’accusa per il medico è quella di negligenza e imperizia professionale in quanto ci sarebbe stato un ritardo nell’eseguire il secondo intervento, nonostante la donna, dopo la prima operazione, avesse già manifestato dei problemi. Il processo davanti al tribunale monocratico prenderà il via il 9 febbraio prossimo.