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Pescara, boe e teli di plastica per salvare la stagione balneare FOTO

Pescara. In attesa del nuovo porto, con lo sfondamento del tappo alla foce del canale terminale del Pescara, si attuerà un temporaneo convogliamento delle acque del Pescara oltre la diga foranea per eliminare l’insabbiamento e il riversamento delle acque inquinate sulla spiaggia, e scongiurare l’incubo della scorsa stagione balneare: ad illustrare l’opera è stato l’architetto Nino Catani, che l’ha elaborata per conto di Provveditorato, Comune e Regione Abruzzo.

Il progetto è stato ieri al centro di un incontro tenutosi in Regione con il sottosegretario alla Presidenza per l’Ambiente Mario Mazzocca, a cui hanno partecipato anche Comune di Pescara, Sib Confcommercio, Fiba Confesercenti, Confindustria e Ciba. Alla fine del tavolo tecnico sono stati illustrati tempi, modi e costi dell’intervento da Mazzocca, dal sindaco Marco Alessandrini, dal presidente del Consiglio Comunale Antonio Blasioli e dall’assessore comunale al Demanio Enzo Del Vecchio.

“Il progetto parte da una serie di dati necessari redatti dall’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ha illustrato l’architetto Nino Catani – poi ci sono foto aeree in cui si vede l’effetto tappo della diga foranea nel tempo;  abbiamo trovato anche uno studio dell’Apat, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente, realizzato in sinergia con altri enti in cui già dal 2005 proponevano di mettere una barriera galleggiante a tutela dell’acqua marina. L’acqua dolce è più leggera di quella salata e  può essere convogliata al largo, oltre la diga foranea. Il progetto mira infatti a creare un naturale deflusso con una barriera galleggiante flessibile, che si muove secondo l’altezza delle maree. Il progetto parte dalla testa del molo nord, si allarga e conduce le acque oltre la diga foranea. Tutta la barriera è lunga 800 metri complessivamente, accompagnata da una serie di boe e cime luminose che ne segnaleranno la presenza ai natanti, costantemente. La profondità è minima: va da 1,5 m. dalla base di attacco del molo dove ci sono gli scogli e diventa più profonda, con un’altezza costante di 2,50, per il resto della barriera. E’ realizzata con materiale collaudato per resistenza ed ecocompatibilità, si tratta di un telo a doppio strato di poliestere e Pvc. E’ una protezione temporanea, quindi per tutta la stagione balneare e rimovibile in seguito, per poter essere riutilizzata all’occorrenza. Un principio che ha trovato applicazione soprattutto nelle operazioni di contenimento degli idrocarburi e che viene usato in zone costiere dell’Adriatico, ma anche sul lago d’Iseo e di Garda”.

“Il progetto è una misura a cui guardiamo positivamente per il disinquinamento del fiume Pescara – ha affermato il sindaco Marco Alessandrini – La barriera, pienamente sostenibile ed ecocompatibile, è da realizzare in capo al Provveditorato alle Opere Pubbliche e la Regione è il soggetto che fornirà la copertura finanziaria. Dal nostro canto non possiamo che augurarci che contribuisca alle azioni di salvaguardia della balneabilità del mare che questa Amministrazione ha già messo in campo, non ultimi i lavori del Ponte Nuovo che sono stati una preziosa occasione anche per trovare, raccogliere e bloccare ulteriori scarichi abusivi e convogliarli nel DK15, cosa che abbiamo fatto e che continueremo a fare in  sinergia con tutti i soggetti preposti alla tutela di fiume e mare”.

“La natura dell’ incontro svolto in Regione è ancora preliminare – ha spiegato il sottosegretario alla Presidenza Mario Mazzocca – volto ad approfondire alcune tematiche, in primis la fattibilità dell’intervento, la possibilità, poi, che non venga assoggettato a procedura di Via e si possa procedere per le vie brevi,  la copertura finanziaria, i tempi necessari per metterlo in cantiere, il quadro economico, la manutenzione e la cantierizzazione dell’opera ai sensi della legge. Facendo la sintesi di tutte le tempistiche connesse ad ogni tipo di adempimento che la normativa vigente ci chiede, entro dieci giorni contiamo di ufficializzare la procedura, così avremmo la possibilità di realizzare il progetto e renderlo operativo, quindi finito, entro la prima decade di giugno. La durata dei lavori di apposizione della barriera è di 20/25 giorni; c’è però la procedura di affidamento dei lavori, che deve essere preceduta da una conferenza di servizi che oggi abbiamo stabilito si potrà svolgere in Capitaneria e col supporto del Provveditorato, appena il progetto diventerà definitivo e si saranno trovate le risorse necessarie (si ipotizza circa 400mila euro, Ndr)”.

“Come detto questa misura si aggiunge alle altre misure per il disinquinamento – aggiunge l’assessore al Demanio Enzo Del Vecchio – Stiamo davvero mettendo in campo tutto il possibile per vivere una stagione tranquilla, pur nella variabilità dei valori, che è cosa storica per Pescara, anche se la differenza sta nella serie di interventi fatti in questi mesi sugli scarichi abusivi, che già ci dà ottimismo sul miglioramento delle condizioni rispetto agli anni passati. E’ una misura temporanea, che nasce perché in attesa del Piano Regolatore Portuale. Anzi colgo l’occasione per riferire che al momento l’architetto Tommaso Vespasiano sta vagliando le offerte per l’affidamento tecnico delle “analisi degli aspetti idrografici marini” richieste a integrazione del Prp e che entro un mese e mezzo contiamo di mandare al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, in modo che entro l’estate si possa procedere anche in questo senso”.

FORZA ITALIA: 400MILA EURO PER SPERIMENTARE I SALVAGENTE

“L’installazione delle barriere galleggianti per arginare l’emergenza balneazione rappresenterà pure ‘qualcosa’ in termini concreti, speriamo che servi a ottenere un risultato, ma sostanzialmente è indice dell’ennesimo fallimento di un Pd incapace: la sperimentazione, perché di questo si tratta, costerà una bazzecola, 400mila euro di soldi pubblici, ovvero dei cittadini, non certo risorse personali del sindaco Alessandrini o del suo pigmalione-D’Alfonso; ma soprattutto non abbiamo alcuna certezza di riuscita, anzi ci sono esperti che hanno già detto che in Emilia Romagna quello scherzetto è fallito. Dove sono le prove in vasca? Dove sono gli studi scientifici a supporto di un tale intervento? Dove sono i pareri e le autorizzazioni ministeriali? Comprendiamo la disperazione dei balneatori, pronti ad accettare qualunque illusione pur di salvare una stagione estiva che si annuncia disastrosa, siamo solidali con loro, ma è difficile pensare di spendere 400mila euro per una barriera di salvagenti. Piuttosto i balneatori avrebbero dovuto pretendere l’abbattimento della diga foranea e il nuovo Piano regolatore portuale, due interventi fermi al Consiglio superiore dei Lavori pubblici da due anni perché il sindaco Alessandrini e il Presidente D’Alfonso hanno sbagliato le procedure”. Lo ha detto il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri in riferimento all’ultima ‘trovata’ della barriera galleggiante annunciata dal sindaco Alessandrini e dal segretario regionale Mazzocca per tentare di arginare l’emergenza balneazione.