Pescara. “Piena solidarietà” all’investigatore Giancarlo Pavone, della squadra Mobile della Questura di Pescara, che, impegnato nelle indagini sulla vicenda de ‘La City’, è stato “attaccato dal governatore Luciano D’Alfonso”: ad esprimerla le segreterie provinciali di Siulp, Sap, Siap, Silp-Cgil, Ugl-Polizia, Coisp e Uil Polizia, che annunciano di voler “intraprendere ogni iniziativa, anche eclatante, utile a garantire la dignità e la professionalità dei poliziotti”.
“In questi giorni – affermano i sindacati – l’attenzione di alcuni locali mass media e? stata catturata dalla vicenda legata alla City, in particolare al trasferimento e provvedimento disciplinare a carico dell’investigatore Pavone, dopo l’elogio al Magistrato e le ‘minacce alla Squadra Mobile’ del governatore D’Alfonso in sede di Consiglio regionale”.
Al termine di un’assemblea con il personale della squadra Mobile e degli altri uffici di Polizia – gli agenti indossavano un portabadge con la scritta ‘Je suis Giancarlo’ – le sette sigle sottolineano di aver atteso ad intervenire “per vedere l’atteggiamento e le iniziative avviate da chi, poiché Questore, avrebbe dovuto chiarire a tutti, a difesa dell’istituzione e dei suoi uomini, l’ingiustificata ingerenza e pesante giudizio espresso dal potere politico, anche perche? oggetto di un’interrogazione parlamentare, astenendosi anche da un incontro chiarificatore con il diretto interessato. Ma, purtroppo – evidenziano i sindacati – tutto cio? non l’abbiamo notato, anzi”.
“Abbiamo preferito attendere il tempo necessario per comprendere ‘la progettazione politica’ della vicenda ed i suoi possibili collegamenti – dicono ancora – con i ricorsi storici verificatisi su analoghe vicende in cui, il protagonismo della politica locale, ha attuato iniziative d’ingerenza molto simili a quelle oggi in esame”.
Secondo le “formali iniziative disciplinari avviate dal Questore il collega si sarebbe reso responsabile, al di fuori del servizio, ‘di una condotta non conforme alla dignita? delle proprie funzioni'”, ma Pavone, sottolineano i sindacati, avrebbe “espresso una semplice critica libera, costituzionalmente garantita, per fatti di interessi pubblici, si badi bene, che nulla attengono alle indagini in corso e che rappresentano un sentimento di sfiducia verso la classe politica di questo Paese”.
I sindacati, quindi, “a tutela degli appartenenti all’istituzione Polizia di Stato, hanno deciso di intraprendere ogni iniziativa, anche eclatante, utile a garantire la dignita? e la professionalita? dei poliziotti che, in questo momento, sono attaccati strumentalmente da una certa politica che dovrebbe rimanere fuori dall’autonomia della Magistratura e della Polizia Giudiziaria, che opera esclusivamente sotto la responsabilita? e direzione della Magistratura stessa; principio di base del nostro ordinamento democratico”.
“Dall’assemblea e? emerso un profondo senso di abbandono da parte di quanti avrebbero dovuto prendere una posizione a tutela dell’intera squadra Mobile. Per tale ragione, queste organizzazioni sindacali – conclude la nota congiunta – hanno deciso di valutare qualsiasi iniziativa di azione legale, a tutela dell’immagine e della dignita? degli investigatori della Squadra Mobile e dell’intera Polizia di Stato”.