Penne. Parto in pronto soccorso all’ospedale di Penne, uno dei 4 centri interessati dalla chiusura dei punti nascita (gli altri sono Atri, Ortona e Sulmona).
La donna, dopo le prime contrazioni, non è riuscita a raggiungere l’ospedale di Pescara e, grazie all’intervento del medico del pronto soccorso e del ginecologo, ha dato alla luce la piccola Vittoria. A diffondere la notizia, confermata anche dalla Asl di Pescara, è il movimento civico ‘Penne Città Aperta’, secondo cui “il punto nascita dell’ospedale di Penne non può essere chiuso ma deve ottenere la proroga”. Il referente del movimento, Gilberto Petrucci, chiede al commissario ad Acta alla Sanità, Luciano D’Alfonso, e al dg della Asl di Pescara, Armando Mancini, “di esaminare e modificare la delibera di chiusura del punto nascita dell’ospedale San Massimo.
L’episodio di oggi è la testimonianza di come, il nosocomio vestino, debba essere classificato come ospedale di base anziché presidio di area disagiata per mantenere attivi tutti i servizi”.
“Penne purtroppo non è ben collegata con la costa, come è noto a tutti, e abbraccia un bacino molto vasto – aggiunge Petrucci – il commissario ad Acta deve immediatamente intervenire affinché il nosocomio di Penne possa tonare a essere dotato del punto nascita e abbia soprattutto le caratteristiche di ospedale di base”.
Un episodio analogo si era verificato il 9 febbraio scorso al pronto soccorso dell’ospedale di Atri, altro nosocomio interessato dal provvedimento di chiusura dei punti nascita, dove era nata un’altra bimba.
PAOLUCCI: PARTO PRECIPITOSO
“Si è trattato di un caso di ‘parto precipitoso’ che riguarda la rete di emergenza- urgenza. La vera notizia è che per la seconda volta in pochi mesi si è messa in moto la macchina del Servizio trasporto emergenza neonatale (Sten) e ha funzionato bene”. Così l’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci a proposito del parto avvenuto ieri nel pronto soccorso dell’ospedale di Penne. Paolucci aggiunge: “In queste situazioni è la rete di emergenza che si mobilita verso l’ospedale più vicino, e il parto in pronto soccorso è previsto nei centri privi di punto nascita. La presenza o meno del reparto di ostetricia non c’entra nulla, poiché è impossibile evitare l’eventualità di un parto precipitoso”.