Bussi, il Ministero dell’Ambiente: “Il capping non si ferma”. Forum: “Disastro totale”

Bussi Sul Tirino. Con una lettera al sindaco di Bussi, Salvatore La Gatta, il ministero dell’Ambiente chiarisce tempi e responsabilità della bonifica del sito di Bussi sul Tirino. Il documento, firmato dal direttore generale per la Salvaguardia del territorio e delle acque del ministero Gaia Checcucci, fa seguito alla richiesta del Sindaco e del Commissario delegato Adriano Goio, indirizzata al Dicastero, di chiedere a Solvay di interrompere le opere di copertura (“capping”) delle aree esterne.

“La sospensione, anche solo parziale, del ‘capping’ – spiega la Direzione del Ministero – è giustificabile solo se l’effettiva esecuzione degli interventi di bonifica è prossima all’avvio: al riguardo le tempistiche comunicate dal Commissario delegato, note anche al sindaco prevedono l’esecuzione dei lavori in 810 giorni (più di due anni) a far data dall’aggiudicazione della gara, la cui fase di ultimazione procedurale è prevista entro giugno 2016. Tale previsione – osserva il ministero – non ci consente di sospendere gli obblighi di prevenzione in atto”.

La direzione del ministero cita poi la nota trasmessa da ARTA Abruzzo, che sottolinea come gli accertamenti eseguiti nel novembre scorso nelle aree esterne a monte dello stabilimento abbiano evidenziato che “le acque di falda sono contaminate principalmente da solventi clorurati e sporadicamente da boro e che le criticità maggiori si riscontrano a valle delle due discariche 2A e 2B”. “Pertanto – si legge nella lettera che cita testualmente la nota dell’Agenzia regionale per la tutela ambientale – le attività di messa in sicurezza di emergenza e di ripristino delle matrici ambientali dovranno essere attivate nel minor tempo possibile”. A tale proposito il Ministero precisa che: “Qualora Solvay, alla luce della richiesta di sospensione del capping avanzata dal Commissario e dal Comune nonché del recente parere di ARTA Abruzzo, ritenesse di avanzare una nuova proposta progettuale di misure di prevenzione, sarà cura di tutti gli Enti e Istituzioni coinvolte nel procedimento e partecipanti alla Conferenza di Servizi del SIN valutarne l’idoneità”.

Il ministero chiarisce inoltre che sulla paventata realizzazione di una discarica di servizio per la bonifica delle aree esterne, già il commissario delegato, nel novembre 2014, ha superato questa possibilità, trasmettendo un progetto preliminare di “rimozione di tutti i rifiuti e dell’eventuale terreno misto a rifiuti presente nei 5,5 ettari di aree estere, con il trasporto in discariche autorizzate per lo smaltimento di tutto il materiale scavato, per un costo di 38 milioni e 532 mila euro”.

Infine quanto evidenziato dal Ministeronella lettera, nonché i contenuti dell’Accordo di Programma alla sua quarta bozza dall’ottobre scorso, con le integrazioni e le richieste di chiarimento già anticipate nei mesi scorsi dal Ministero, saranno definite meglio in occasione della Conferenza di servizi, convocata dal Presidente della Regione, lunedì prossimo a Pescara. “Siamo felici che la convocazione sia di iniziativa del Presidente della Regione – precisa la dott. Checcucci  – perché ciò prelude all’avvio di un percorso istituzionale coerente con i contenuti degli Accordi di Programma previsti dalla normativa sui Siti di Interesse Nazionale (SIN). In questo ambito il Ministero formalizzerà la sua posizione e i suoi impegni con l’unico scopo della bonifica del sito da realizzare in tempi celeri e nelle forme corrette, anche accogliendo la spinta propositiva che dal territorio promana”.

RELAZIONE ARTA: “DISASTRO TOTALE”

Usa, invece, la parola “disastro” il Forum abruzzese dei Movimenti per l’Acqua per commentare quanto divulgato dalla relazione Arta che conferma la fuoriuscita di decine di sostanze tossiche e cancerogene da tutte le aree del sito, dall’area industriale alla discarica Tremonti fino alle 2A e 2B: “Il disastro non riguarda solo quanto accaduto all’ambiente ma anche lo stato delle istituzioni del paese”, si legge in una nota.

“Disastro tecnico”, prosegue il Forum , in quanto-in nove anni per l’area delle discariche 2A e 2B non si è fatto uno straccio di intervento di messa in sicurezza e/o di prevenzione affinché le sostanze non escano dal sito, il sito industriale continua quindi a rilasciare verso valle con il movimento lento ma inesorabile della falda sostanze pericolose, tossiche e cancerogene, a sei anni dal primo intervento di capping e a tre dalla costosissima palancolatura (circa 4 milioni di euro di costo) la discarica Tremonti perde i suoi veleni verso valle. Disastro politico, perché l’accordo di programma in arrivo per la reindustrializzazione si fonda sul ricorso al…barrieramento idraulico per trattare nei prossimi decenni le acque che continueranno a contaminarsi passando tra i terreni contaminati che rimarranno lì, sotto una soletta di cemento nell’area Medavox. Disastro amministrativo, perché il Ministero dell’Ambiente non riesce a venire a capo praticamente di nulla sulla bonifica di questo Sito nazionale per le Bonifiche, a otto anni dalla sua istituzione nel 2008. Disastro giudiziario, basta guardare quanto accaduto sul lato del processo di Chieti e relative polemiche”.

“Inoltre ci permettiamo di rivolgere una domanda alla Procura di Pescara”, conclude il gruppo ambienatlista, “: qui c’è un fatto acclarato, sostanze tossiche e cancerogene che continuano ad uscire da tutte le aree andando verso valle. La legge, non noi, impone l’attivazione di presidi per la tutela dell’ambiente e dei cittadini dando precise responsabilità. Quegli inquinanti non dovrebbero stare nelle acque a valle delle aree inquinate. Punto. Già nel 2013 si evidenziò (e lo fecero come al solito gli attivisti) l’inefficienza dei sistemi di trattamento delle acque a valle del sito industriale. Si decise per l’archiviazione. Sono passati tre anni e gli inquinanti continuano ad uscire. Dobbiamo pensare che la colpa per tutta questa situazione sia del destino cinico e baro?”

La relazione integrale può essere scaricata qui: http://we.tl/SehdPI0V5h

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