Più in particolare, i giudici amministrativi hanno riconosciuto la sussistenza di un ingiusto pregiudizio subito dai cittadini abruzzesi che, come evidenziato dalla difesa, all’uscita dei due caselli possono certo immettersi sull’asse attrezzato, ma anche, alternativamente, sulla viabilità ordinaria se devono raggiungere una diversa località. Non c’è quindi ragione per cui tutti, indistintamente e a prescindere, debbano pagare un aumento del pedaggio autostradale, anche quando non utilizzano l’asse attrezzato. Se il presupposto, di matrice comunitaria, è che “chi usa paga”, non c’è motivo per assoggettare a pedaggio un automobilista che non usa l’infrastruttura. Per non pensare, poi, ad un ulteriore effetto legato al fatto che chi si immette sull’asse attrezzato da un altro ingresso nulla paga. Se così è, dunque, non si può parlare di un corrispettivo per l’utilizzo dell’infrastruttura, ma, come sostiene la presidente Sandulli nella sua ordinanza, di una vera e propria “misura fiscale“.
In aggiunta, i giudici del Tar Lazio, hanno anche ravvisato un ulteriore discostamento dalle norme comunitarie che impongono che, in ogni caso, seppure si volesse ammettere la legittimità di un tale pedaggio, dovrebbe essere quantomeno commisurato non solo alla “classe” dell’autoveicolo ma anche alla distanza effettiva percorsa, cosa che non si verifica in questo caso, perché l’aumento imposto è forfetariamente per tutti ad un euro, a prescindere da quanta strada si percorre sull’asse attrezzato.
L’avvocato difensore ha anche insistito molto sulla impossibilità di carattere pratico di risarcimento del danno ai cittadini abruzzesi, qualora non si fosse immediatamente sospeso il provvedimento governativo, segnalando come, al contrario, nessun danno ne deriverebbe per l’Anas, che continuerebbe a ricevere, come sempre, le proprie sovvenzioni dallo Stato.
Estremamente soddisfatto, Silvio Paolucci, segretario regionale del Pd Abruzzo, ha definito il verdetto del Tar “una vittoria dei cittadini, dei pendolari, di chi si è opposto da subito alla tassa più pesante degli ultimi venti anni che il centrodestra ha imposto agli abruzzesi. Il Pdl ha provato a mettere le mani nelle tasche dei cittadini nel disprezzo delle regole e delle leggi. Il centrodestra abruzzese non è stato in grado di muovere un dito a difesa dei cittadini di questa regione, se non accodarsi all’ultimo minuto al ricorso presentato dalla Provincia di Roma guidata dal centrosinistra, proprio mentre i parlamentari abruzzesi del Pdl votavano la manovra che conteneva questa tassa. Il Pd continuerà a lavorare in Parlamento e fra i cittadini abruzzesi affinché questa tassa venga cancellata definitivamente”.
Il commento di Maurizio Acerbo. “La notizia che il Tar Lazio ha accolto i ricorsi contro l’aumento dei pedaggi presentati dalle Province di Roma e di Pescara è molto positiva. Questa volta mi congratulo con il presidente Guerino Testa e con il coordinatore provinciale Pdl Sospiri che hanno dimostrato buon senso accogliendo la proposta che ho lanciato lo scorso 1 luglio di associarci alla Provincia di Roma nella battaglia legale contro un odioso balzello. Lo faccio perché penso che l’onestà intellettuale sia un ingrediente fondamentale della politica e bisogna dare atto agli avversari quando fanno una cosa giusta e condivisibile. Testa e Sospiri si sono dimostrati in questa vicenda più assennati dei parlamentari PDL come Fabrizio Di Stefano che avevano difeso l’atteggiamento del governo. Constato che il Tar ha confermato la sostanza del ragionamento con cui sostenevo che era possibile la via del ricorso al TAR e cioè il fatto che non si può trasformare una tariffa in una tassa. Credo che anche questa vicenda dimostri che quella di Rifondazione Comunista non è un’opposizione fine a se stessa e pregiudiziale, ma sempre propositiva e volte a ricercare soluzioni nell’interesse della comunità”.
Il commento del capogruppo Pdl Lorenzo Sospiri. “Oggi abbiamo raggiunto la prima importante vittoria: il Tar ha infatti ribadito un principio che abbiamo difeso sin dal primo giorno, ossia che quel pedaggio era iniquo visto che una volta usciti dall’autostrada l’automobilista non deve necessariamente salire sull’asse attrezzato, ma magari può scegliere di transitare sulla Tiburtina e, in questo caso, sarebbe comunque costretto a pagare una tassa. Il Tar ha chiarito che il pedaggio non può corrispondere a una nuova imposta e soprattutto che al pagamento deve corrispondere un reale utilizzo dell’infrastruttura. Ora avremo il tempo necessario per chiedere una revisione del provvedimento, anche alla luce dell’autentica natura dell’asse attrezzato, nato originariamente come via di connessione extraurbana Chieti-Pescara, dunque non necessariamente via di ingresso all’autostrada”.
Cna: “ora vogliamo i rimborsi”. L’annullamento da parte del Tar del Lazio degli aumenti dei pedaggi autostradali, applicati anche su raccordi come l’asse attrezzato Chieti-Pescara, cancella una palese ingiustizia a danno di pendolari e autotrasportatori. Che adesso, forti del pronunciamento, avvieranno d’intesa con le associazioni dei consumatori le procedure per il recupero delle somme già versate, sulla base della documentazione in loro possesso. Lo afferma in una nota la Cna abruzzese, secondo cui «bene ha fatto il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, a impugnare insieme ad altri enti locali, come la Provincia di Roma, la parte del decreto anti-crisi contenente gli aumenti dei pedaggi: “Il principio enunciato dai giudici amministrativi romani, secondo cui a imposizione di un aumento deve corrispondere l’effettiva erogazione di un servizio – afferma la nota della Cna – rappresenta un punto decisivo: senza nuovi servizi, infatti, l’aumento si trasforma in un balzello ingiustificato, in una tassa. Lo stesso principio, vogliamo ricordare, era stato posto alla base dell’impugnazione degli aumenti del pedaggio applicati dalla società che gestisce la Strada dei Parchi su A24 e A25, relativamente agli anni dal 2006 al 2008. E pure su quegli aumenti adesso dovrà pronunciarsi il Tar del Lazio”.
La posizione della Provincia di Chieti. “La decisione del Tar – dicono Giorgio Di Clemente e Franco Moroni (Pdl) – dimostra che su determinate tematiche, uniti e senza contrapposizioni politiche, si raggiungono gli obiettivi anche davanti a provvedimenti ingiusti soprattutto perché gravano sui cittadini in un momento già di grave difficoltà economica. Qualora l’iter giudiziario dovesse andare avanti, siamo pronti a costituirci nelle sedi opportune”.
Sospiri su pedaggio asse attrezzato. “Il pedaggio non può essere applicato sull’asse attrezzato di Pescara per assenza di certezze circa l’utilizzo della struttura da parte degli automobilisti che, eventualmente, escono dall’autostrada e, soprattutto, per assenza di un Piano di investimenti sul territorio dei maggiori introiti incamerati che dovrebbero essere almeno destinati al miglioramento della rete infrastrutturale. Sono stati questi i due punti di forza che ci hanno consentito di vincere il primo round dinanzi al Tar che ha accolto la richiesta di sospensiva dei pedaggi contenuta nel ricorso al Tar che ho sostenuto e che il Presidente della Provincia di Pescara Testa ha avuto il coraggio di presentare. Un ricorso che non ci ha provocato alcun imbarazzo nei confronti del governo: la decisione del Tar non inficerà la manovra finanziaria di 26 miliardi di euro, ma comunque al Ministro Tremonti suggeriamo di sostituire i pedaggi e gli aumenti autostradali recuperando le quote latte al nord e rinegoziando le tariffe con i concessionari autostradali, che in passato hanno già applicato aumenti sulla rete, senza però gravare ulteriormente sul cittadino”. Lo ha affermato questa mattina il capogruppo del Pdl al Comune di Pescara Lorenzo Sospiri, Presidente provinciale del partito. “Il nostro asse attrezzato – ha ricordato Sospiri – era stato inserito nel provvedimento in quanto classificato sulla carta come raccordo autostradale, ossia come asse di collegamento tra un’autostrada e l’altra dotato di corsia di emergenza. In sostanza con l’introduzione del pedaggio era stata inserita una maggiorazione di 1 euro per le auto e 2 euro per camion e Tir, una maggiorazione che però non poteva superare il 25 per cento della quota fissa. Noi abbiamo condotto la nostra battaglia su più fronti, innanzitutto chiedendo l’esclusione dell’asse attrezzato Pescara-Chieti dal pagamento del pedaggio perché non è un raccordo autostradale, perché lo stesso pedaggio è inapplicabile non potendo realizzare venti caselli d’ingresso o uscita, infine perché la linea Pescara-Chieti è usata soprattutto per spostarsi nell’area metropolitana, tanto che l’area sottoposta a pedaggio è quella compresa solo tra l’uscita di Dragonara e il cementificio, visto che la restante parte è di competenza comunale. Ma soprattutto mi sono reso conto che chi esce dall’autostrada a Dragonara, ossia Pescara Ovest dall’A14, in realtà non è obbligato a transitare sull’asse attrezzato, ma può anche valutare di prendere la Tiburtina e proseguire verso Chieti o verso Pescara. In questo caso, però, l’automobilista è formalmente obbligato a pagare comunque il pedaggio ed è su questo punto che il Tar Lazio ci ha dato ragione. Ringrazio dunque il Presidente della Provincia Guerino Testa per aver creduto nel mio ragionamento e di aver intrapreso un atto concreto di difesa dei cittadini, ossia un ricorso peraltro contro il nostro governo, ma in quel caso abbiamo ritenuto che per garantire gli equilibri della manovra il Governo possa anche far pagare le quote latte a chi evade anziché chiedere pedaggi agli utenti. Non capisco l’esaltazione del Pd: poteva farlo il Partito democratico il ricorso, potevano firmarlo il signor Paolucci o Di Pietrantonio e invece al di là delle solite chiacchiere, non hanno mosso un dito”. L’altro punto fermo sul quale il Tar ha pienamente concordato è “relativo all’utilizzo dei maggiori introiti provenienti dai pedaggi: in sostanza il Tribunale – ha aggiunto il capogruppo del Pdl – ha sostenuto che, ammettendo la regolarità del pedaggio, l’Anas o il Governo avrebbero dovuto almeno dire come avrebbero reinvestito quelle somme. Se occorre chiedere un sacrificio ai cittadini, è chiaro che almeno occorre dare un corrispettivo in termini di opere pubbliche, prolungando ad esempio la rampa sul porto, o migliorando le condizioni del manto stradale lungo il percorso o realizzando il raccordo con la strada-pendolo. Ora potremo approfittare della sospensiva accordata dal Tar per sederci al tavolo del Governo e studiare un serio Piano operativo degli investimenti. Mi è dispiaciuta la rivendicazione del Pd sulla paternità di tale vittoria al Tar, solo per aver raccolto quattro firme all’ombra del Ponte del Mare: potevano almeno mettere quelle quattro firme sotto un ricorso, nel quale invece non hanno creduto al contrario del Pdl. Ringrazio invece il consigliere Acerbo per aver riconosciuto il ruolo del Presidente Testa e del Pdl e ringrazio l’avvocato Giorgio Fraccastoro, dello studio legale Dla Pipe di Roma, avvocato originario di Cepagatti, per l’assistenza legale gratuita garantita su tale vicenda”.