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Pescara, l’ultimo saluto a Stefano Rocca

Pescara. Alle 15.15, la Basilica della Madonna dei Sette Dolori a Pescara Colli, era già colma di gente. Fuori una folta schiera di persone in  religioso silenzio ad attendere l’arrivo della salma di Stefano Rocca. Un silenzio quasi notturno, a romperlo solo le campane che suonano a morte. Un ragazzo semplice e spontaneo, appassionato di calcio come molti, ma beffato da un destino crudele come pochi. 

Strappato alla  vita a soli 24 anni, nel pieno delle forze e delle speranze, pieno di sogni e obiettivi così lo ricordano i tanti amici nell’attesa di porgergli l’ultimo saluto. Il feretro arriva alle 15.30, tutt’intorno solo occhi gonfi di lacrime e pensieri. Tanti giovani, “lo conoscevano tutti, -dice Alberto, amico fraterno di Stefano – ovunque si andava con quel suo modo di fare le persone le attirava”. Troppe le persone attirate da quel suo magnetismo contagioso anche questo pomeriggio, quasi una festa per chi guardava da fuori senza sapere, se non fosse stato per quel silenzio così spettrale. Imbarazzante anche per il parroco dare l’ultimo saluto a Stefano: “Se è difficile dire un pensiero ad una persona anziana, ancor più lo è quando una giovane vita viene stroncata nella pienezza”, dice Padre Vincenzo Di Marcoberardino. Solo parole di conforto, dagli occhi spenti tutt’intorno  una consolazione che stenta ad arrivare. Dallo sguardo dei tantissimi amici, in piedi in quella basilica per lui, l’unica cosa che si evince è solo la voglia di poter tornare indietro nel tempo, tornare a giovedì sera, fermare quel destino e far si che quel terribile incidente che l’ha strappato alla vita venga cancellato. Anna Laura e Franco, i genitori, sono distrutti, straziati a tal punto che non riescono neanche a guardare la bara che hanno davanti. Anna Laura si rifugia negli occhi di Francesco, il fratello minore di Stefano, mentre Franco si inginocchia a testa bassa per restar solo accanto a quel tanto amato figlio, quasi a voler far scomparire la folla che gli è attorno, per salutarlo per l’ultima volta. E lui, il suo ragazzo, lo saluta con una lettera che però non ha la forza di leggere, lascia la parola al parroco. Dopo la celebrazione, gli amici non gli dicono addio, solo un “Ciao” loro il suo sorriso non lo scorderanno mai, queste le parole scritte su uno striscione appeso per lui fuori dalla Chiesa. E i tanti palloncini azzurri liberati nel cielo fanno volare in aria l’ultimo ricordo di Stefano, un applauso rompe finalmente quel mutismo che Stefano odiava e sui volti un piccolo sorriso si apre pensando alla sua vita così breve, ma altrettanto intensa.

 

Monica Coletti