Era stato lo stesso primo cittadino ad aver ammesso, davanti ai magistrati, di aver messo solo il 3 agosto la data del 1 agosto su un’ordinanza che vietava il bagno nel mare di Pescara nord, inquinato fino al 31 luglio, come accertato dalle analisi dell’Arta. Secondo i pm Mantini e Di Serio, titolari dell’inchiesta aperta dopo gli esposti alla Procura, il comportamento del sindaco sarebbe stato innocuo, poiché non avendo mai reso effettiva l’ordinanza mediante pubblicazione sull’albo pretorio del Comune, seppur inviata a Capitaneria di Porto ed enti ministeriali; ma soprattutto perché, nel frattempo, il mare era tornato pulito. Niente falso, dunque, perché la diffusione agli altri enti sarebbe dovuta solo a “difetti di comunicazione”.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Centro, un istruttore contabile del servizio energia e ambiente del Comune avrebbe inviato ordinanza e successiva revoca alla Capitaneria in maniera automatica dopo averli ricevuti, apprendendo solo successivamente che erano documenti destinati solo all’archiviazione, e non a trasmissione o pubblicazione. A confermarlo ci sarebbero le intercettazioni telefoniche tra il sindaco e il direttore dell’ufficio tecnico del Comune, Tommaso Vespasiano, indagato al pari di Alessandrini e del suo vice, Enzo Del Vecchio.
Retrodatare l’ordinanza, quindi, come riporta ancora Il Centro, sarebbe stata una scelta, confessata in Procura dal sindaco, fatta per placare le pesanti polemiche montate per tutto il mese d’agosto dai bagnanti indignati, ed effettuata a cuor sereno grazie ai nuovi rilevamenti dell’Arta che dimostravano il calo dei valori d’inquinamento dell’acqua.
Archiviata l’accusa di falso ideologico, alla fine delle indagini rimane in piedi quella di omissione di atti d’ufficio. E rimangono anche le accuse dell’opposizione: “Una menzogna resta tale anche se la Magistratura non la ritiene un reato”, commenta , Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri e il sindaco Marco Alessandrini ha innegabilmente mentito ai cittadini dinanzi all’emergenza balneazione che ha travolto la città dallo scorso 28 luglio. La sua decisione di non comunicare ai bagnanti e a tutti i cittadini che era in corso uno sversamento nel fiume e nel mare di 30milioni di litri di feci e liquami, che aveva contaminato le acque, come poi hanno dimostrato le analisi dell’Arta, è stata irresponsabile, pericolosa e lontana da ogni logica, e questo è più che sufficiente per chiedere comunque e ancora le dimissioni di un sindaco che ha tradito la fiducia del territorio”
LE TAPPE DELLA VICENDA