Pescara. Piuttosto malconcia la pista ciclabile del lungofiume sud, che si snoda per circa 2 km a partire dal ponte di ferro della ex ferrovia. “Dispiace constatare i segni inequivocabili di abbandono”, ha rilevato Laura Di Russo, neo presidente di Fiab Pescarabici, che ha sottolineato il proprio rammarico anche in considerazione della bellezza paesaggistica di quel tratto di lungofiume.
“Fin dall’inizio, nel tratto ancora asfaltato e che corre parallelamente all’asse attrezzato, la vegetazione occupa quasi tutta un mezza corsia, proprio per il mancato intervento di manutenzione ordinaria”, ha illustrato Di Russo, che ha evidenziato come la presenza di numerose siringhe e rifiuti di ogni genere e dimensione facciano da tappezzeria all’asfalto.
“Sebbene ci sia traccia di un recente intervento di ripristino di alcune parti del tracciato, crollato a seguito dell’esondazione del fiume, nulla ha impedito l’aggressione ripetuta da parte di incivili ignoti e anche il deposito, all’altezza del canile, di camionate di rifiuti di ogni tipo, da inerti a ingombranti, da elettrodomestici a cavi elettrici”.
“Noi di Pescarabici denunceremo questo stato di cose, e non per la prima volta, alle Istituzioni, ai cittadini, alle autorità preposte, per un immediato ripristino dei luoghi e perché successivamente si attivi una procedura di ordinaria manutenzione”.
Dopo la necessaria manutenzione, arriva la proposta di rilancio della zona:
“Pensiamo sia arrivato il momento di fare di quel percorso il fiore all’occhiello del parco fluviale. Non solo ripristino, dunque, ma valorizzazione di un tracciato naturalistico che sia corredato da apposita segnaletica e curato in tutti i particolari: sedute, fontane, illuminazione, giochi per bambini, eventuali punti di ristoro, attrezzature sportive e in particolare percorsi ginnici attrezzati. Perché è giusto che tale risorsa sia conosciuta e goduta da tutta la città, senza contare la funzione di richiamo per i turisti che, sempre più numerosi, vogliono conoscere Pescara e la sua provincia in bicicletta”.