Pescara. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Mauro Mattucci, patron del noto locale pescarese Tortuga, e Antonio Gentile, arrestati mercoledì scorso insieme ad altre dieci persone dalla Guardia di finanza di Pescara nell’ambito dell’operazione, denominata “Banco-Matt”, che ha consentito di smantellare un’associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di reati tributari, truffa ai danni dello Stato e di istituti di credito. Nell’inchiesta, che ha portato al sequestro preventivo di beni e quote societarie per quasi 100 milioni di euro, sono indagate 70 persone.
I due, entrambi assistiti dall’avvocato Giancarlo Carlone, davanti al gip del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, hanno preferito la via del silenzio. Presenti all’interrogatorio di garanzia, durato meno di 30 minuti, anche il procuratore aggiunto Cristina Tedeschini e il sostituto procuratore Barbara Del Bono. I due arrestati sono rinchiusi nel carcere San Donato di Pescara. Le dieci persone finite agli arresti domiciliari saranno invece interrogate mercoledì prossimo.
Le indagini hanno permesso di ricostruire l’impero economico creato nell’arco di un decennio di attività criminose dall’imprenditore pescarese Mauro Mattucci, considerato il dominus indiscusso di un sodalizio criminale operante, in Abruzzo e in altre regioni italiane, nel settore dell’edilizia e del recupero di rottami ferrosi. Gentile, secondo l’accusa, gestiva i rapporti con le banche ed era a capo di una delle holding che acquisiva società per svuotarle e poi rottamarle.