Pescara. Continua il processo scandalo che ha sconvolto il capoluogo adriatico, argomento dominante le ben conosciute tangenti negli appalti pubblici al Comune di Pescara. E dopo l’udienza di quest’oggi una svolta pare essere arrivata: il Comune di Pescara e i gestori del bar del tribunale sono divenuti la parte civile del processo che vede tra i 26 imputati proprio l’ex sindaco Luciano D’Alfonso, e gli imprenditori Carlo e Alfonso Toto.
Imputazioni da far girar la testa: concussione, corruzione, tentata concussione, peculato, falso ideologico, truffa, finanziamento illecito ai partiti, appropriazione indebita, abuso d’ufficio, favoreggiamento e turbata libertà di incanti.
L’udienza preliminare è stata condotta dal gup del tribunale di Pescara, Guido Campli; inizialmente il pomeriggio è sembrato esser proficuo, ma alla fine tutto si è risolto nella solita bolla di sapone: nuovo rinvio, questa volta al primo giugno, per consentire a Guido Dezio, anch’egli imputato, di ascoltare tutte le registrazioni telefoniche e ambientali che lo riguardano, rispettando il termine ultimo fissato per il 25 maggio. In attesa di ulteriori aggiornamenti il caso continua a far clamore.
Monica Coletti