Pescara. Se il livello di inciviltà di una città si dovesse misurare dai suoi cassonetti, Pescara meriterebbe una bocciatura senza sconti. In tutti gli angoli del capoluogo adriatico, accanto ai cassoni della raccolta dell’immondizia, differenziata o meno, si trovano rifiuti ingombranti di ogni genere abbandonati indiscriminatamente.
E il pescarese si affretta a puntare il dito contro l’Attiva, la società che si occupa della nettezza urbana, per lamentarsi del mancato servizio, quando basta portare frigoriferi e lavatrici rotti o il divano sfondato nella Ricicleria, il centro di raccolta della Attiva in via Raiale, per disfarsene gratuitamente e regolarmente. O, ancor più facile, prenotare un ritiro direttamente presso il cassonetto più vicino a casa: bisogna solo telefonare al numero verde affisso ben in vista su quello stesso cassonetto dove invece, alla chetichella, decine di persone abbandonano il mobilio in avanzo e scappano. Per non parlare della confusione sulla raccolta differenziata: cultura ancora lontana da uno standard accettabile, con un risultato che, forse, peggiora addirittura la situazione dello smaltimento.
Qualcuno, però, si è stancato di guardare, sospirare davanti allo scempio, schivare i mucchi di “monnezza”, gettare il proprio sacchetto e tirare dritto. Così, da alcuni giorni, su Facebook è nata la pagina “Cassonetti e dintorni”, dove vengono postate le fotografie del degrado dilagante attorno ai secchioni e le considerazioni su cosa andrebbe fatto per risollevare quel livello di civiltà fin qui in picchiata. Foto per foto, strada per strada, punto di raccolta per punto di raccolta, la pagina social descrive dove il pescarese sbaglia e ne critica la pigrizia, madre di tutti i mali, capace addirittura di far gettare una cassettiera senza nemmeno controllare che all’interno ci fossero rimaste migliaia di euro. “Via del Nuovo Tiro a Segno. Siamo a due passi dalla Ricicleria, ma evidentemente buttare il tavolame in strada è più comodo”, viene descritta la foto che ritrae vari sportelli in legno accanto a un tris di bidoni. “In Via Fonte Romana”, scrive Patrizi Splendiani, “dove passo spesso per tornare a casa, c’è il cassonetto open 24h. Residenti affaticati che, piuttosto che aprire e chiudere il cassonetto, hanno zeppato l’apertura”, mentre un’altra immagine mostra come la “zeppa” sia stata creata con un secchiello di plastica.
Un intero album fotografico mostra la distesa di rifiuti disseminata ai piedi dei bidoni per la raccolta differenziata a servizio di alcuni uffici pubblici, sorprendendo anche una donna a “contribuire” al caos del conferimento: “Via Passo Lanciano. Spiace dirlo, ma quì è spesso così. E la signora si adegua: cosa potrebbe altrimenti fare? Se penso che lì, a due passi, ci sono le sedi della Provincia e della Regione … Sarebbe il caso di fare qualcosa. No?”, si interroga il fondatore di Cassonetti e dintorni. Meglio non va nemmeno vicino alle scuole: “Punto di raccolta via monte siella 18 – 36 adiacente Scuola San Giovanni Bosco di tutto di più”, con secchi di vernice, valigie e persino un manichino abbandonati sul marciapiede vicino a una schiera di cassonetti.
L’iniziativa, più che protestare, nonostante venga invocato l’uso di web cam per cogliere sul fatto chi sgarra, punta a diffondere l’educazione al corretto smaltimento, soprattutto sulla differenziata, anche al costo di aprire i cassonetti uno per uno per verificare che nel secchio per la raccolta della carta vengono gestate risme di cartacce ma imbustate nella plastica: “Quanto varrà quel carico di carta sporcato da quell’unica busta di materiale multimateriale o indifferenziato?”, ci si domanda. E si scopre che il cocktail più terribile viene fatto nei cassoni per il multimateriale che, spesso, diventano contenitori di “valore”. Grazie alle segnalazioni si scopre, in barba alla crisi che vengono gettati anche “circa 20 cassette di di pomodori per fare la passata, una confezione di catene da neve nuove, e un faro alogeno da cantiere che usano le imprese per lavorare in ambienti poco illuminati. Tutto nel cassonetto raccolta imballaggi!”.
L’iniziativa social, però, ha dato i suoi primi frutti dopo solo 3 giorni: “Mi ha contattato Attiva” scrive l’amministratore della pagina, “la richiesta che mi ha rivolto, e che io rimbalzo su questa pagina, è di girare anche a loro le segnalazioni che vengono riportate qui perché possano eventualmente intervenire. Chi volesse, pertanto, può intanto visitare il loro sito web www.attiva-spa.it o la pagina FB che segue, e quindi provvedere a segnalare situazioni critiche ai riferimenti telefonici o di posta elettronica”.