Pescara. Raccolta non troppo differenziata all’interno dei cassonetti adibiti alla carta, ma che spesso vengono utilizzati per altra tipologia di rifiuti.
E’ quanto segnalato da Giancarlo Odoardi, ex presidente Fiab Pescarabici, con una nota stampa, nella quale viene denunciato non solo l’errato conferimento dei rifiuti da parte dei cittadini, ma anche il mancato ripescaggio di rifiuti complessi, affinchè questi possano essere correttamente smaltiti.
“Non è raro che io trovi fuori dai cassonetti materiale ingombrante, beni durevoli di vario tipo (per la cui raccolta, seppur non concordata, Attiva provvede sempre puntualmente, ma con servizi straordinari)” ha specificato Odoardi. “Non si tratta di casi frequenti, ma non dovrebbe accadere, mai! Capita anche che nei cassonetti, specie del mutimateriale, si trovino oggetti complessi che non sono imballaggi e che quindi dovrebbero essere diversamente trattati: ultimamente ho ripescato circa 20 cassette di plastica, credo di pomodori per fare la passata, una confezione di catene da neve nuove, e un faro alogeno da cantiere che usano le imprese per lavorare in ambienti poco illuminati”.
“Sarebbe interessante conoscere l’entità di questo fenomeno” ha scritto Odoardi, “soprattutto perché su questa faccenda l’Unione europea ha approvato un bel regolamento, il 98 del 2008, e la Regione ci stava ragionando con i Centri per il riuso, il “ripescaggio”, appunto, di cui sopra. Che ne sarà stato mai, o ne sarà di tutto ciò?”
La direttiva europea del 19 novembre 2008, successivamente integrata con il regolamento della Commissione UE (18 dicembre 2014) che ridefinisce i valori di pericolosità dei rifiuti, chiama in causa il principio di “chi inquina paga”, ossia: i costi di recupero e smaltimento dei rifiuti deve essere sostenuto, oltre che dai cittadini, anche dai produttori dell’oggetto immesso nell’ambiente.
Per ‘produttore di rifiuti’, infatti, s’intende sia l’azienda produttrice dell’oggetto, sia il cittadino che lo utilizza e poi lo butta via. “Per ‘produttore di rifiuti’ deve intendersi non soltanto il soggetto dalla cui attività materiale sia derivata la produzione di rifiuti, ma anche il soggetto al quale sia giuridicamente riferibile detta produzione (Decreto legislativo 152/2006, art. 183)”.
“Credo che si tratti di un fenomeno diffuso, di cui io sono testimone occasionale, mentre Attiva potrebbe esserne molto più a conoscenza” ha proseguito Odoardi, che sottolinea quella parte di responsabilità affidata al buon senso dei cittadini. “Sono convinto si tratti di una certa indolenza da parte di certi cittadini (quanti?) che su questo fronte mal sopportano di doversi impegnare un po’, avendo maturato nel tempo una consapevolezza errata della gestione delle risorse e perso al riguardo il concetto di responsabilità individuale”.
“ ‘Tanto nessuno si accorge di niente’: forse è questo quello che pensano, e c’è chi conferisce come gli pare, anche alla luce del giorno, tanto nel buio del cassonetto nessuno in effetti vede niente. Ma io ci guardo, e ne scrivo, e vorrei che anche altri lo facessero”.