Pescara. Chiede il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento ed handicap, ma dopo un anno non riceve risposta: muore prima che la Commissione della Asl lo sottoponga a visita. Esposto in Procura da parte del patronato.
E’ stato Nicola Primavera, direttore provinciale del patronato Inca Cgil, ad aver presentato questa mattina un esposto alla Procura di Pescara per denunciare “la situazione scandalosa”, dice Primavera, “che vede chi richiede una visita domiciliare a causa delle sue gravi condizioni di salute aver negato il suo diritto al giusto riconoscimento della sua condizione di invalido civile da parte delle Commissioni Invalidi Civili della ASL di Pescara”
Nell’esposto, inviato anche al Governatore D’Alfonso, all’assessore regionale alla Sanità Paolucci, al sindaco di Pescara e ai vertici di Asl e Inps pescarsi, viene riportato il caso del signor Bruno Di Matteo, classe 1923, che a luglio 2014 ha chiesto all’Inps provinciale di Pescara il riconoscimento dell’invalidità civile e dell’indennità di accompagnamento per handicap, rimanendo in attesa di visita domiciliare, a causa delle gravi condizioni di salute, da parte della commissione che accerta il possesso dei requisiti per l’assistenza. Non ricevendo risposta, i parenti dell’anziano hanno inviato un sollecito il 15 ottobre, diffidando l’ufficio Invalidi civili della Asl a visitarlo entro 10 giorni. Diffida replicata, dopo 5 giorni, dall’avvocato Maria Carla Serafini dell’Inca.
Si arriva a febbraio 2015 senza novità, fin quando il 12 il 92enne si aggrava e viene ricoverato in Ortopedia per un intervento chiurgico: altra diffida, ma niente. L’ultima comunicazione fatta alla Asl avviene il 24 febbraio 2015, per segnalare che Bruno Di Matteo era stato trasferito nella struttura residenziale per anziani Hotel Sun di Montesilvano, dove muore il 5 marzo 2015.
Solo il 3 luglio scorso, 4 mesi dopo il decesso, la Asl convoca Bruno Di Matteo a visita: “Una situazione scandalosa”, commenta Primavera, “La commissione deve pronunciarsi entro 5 giorni dalla richiesta della visita domiciliare e l’accertamento deve essere fatto entro 9 mesi dalla presentazione della domanda.
“Il signor Di Matteo purtroppo, deceduto prima di poter essere visitato per avere il riconoscimento del suo giusto diritto, è un caso emblematico”, conclude Primavera, che chiede alle autorità sanitarie di verificare e accelerare le tempistiche sulle visite domiciliari.