Pescara, le star del cinema firmano per il Mediamuseum

mediamuseumPescara. L’Amministrazione Comunale è al secondo giorno di consiglio, ancora nulla sembra essere deciso ma, l’aura di polemiche che da un po’ di tempo sta investendo l’Ex Tribunale di Piazza Alessandrini, sede Mediamuseum, non accenna di certo a diminuire, anzi sembra solo aumentare. Se il Comune di Pescara intende mettere in vendita un edificio funzionante dal 1995, che raccoglie nei suoi spazi tra pareti istoriate un patrimonio di grande suggestione di cimeli, mirabilia, macchine, manifesti, cartelloni, foto d’epoca, incontri e rassegne, la Fondazione Edoardo Tiboni e le collegate Associazione Culturale Flaiano, Centro Studi Dannunziani, Istituto di Studi Crociani, Istituto Scrittura e Immagine, Mediateca Regionale e Osservatorio del Nuovo Teatro Italiano, si appellano unitamente agli scrittori e agli artisti insigniti dei Premi Flaiano nelle trentasei edizioni, al Capo dello Stato e al Ministro per i Beni e le Attività culturali perché intervengano per la salvezza dell’istituzione. Un’istituzione realizzata in mezzo secolo di ricerche e di promozione, che nella sua specificità e nel suo genere trova raffronto con il Museo del Cinema ospitato nella Mole Antonelliana di Torino, a gran voce le associazioni chiedono a scrittori, artisti ed esponenti della cultura di aderire all’ appello.
E le adesioni all’appello lanciato dalla Fondazione Tiboni non tardano a venire, l’elenco cresce ora dopo ora, molti i nomi del teatro e del cinema, della letteratura, della televisione, ai quali si aggiungono frequentatori del Mediamuseum, dei Premi Flaiano, delle Scuole di cinema e teatro. Grandi personalità hanno sottoscritto la petizione in favore della struttura, stelle del cinema contemporaneo: Virna Lisi, Ennio Morricone, Giuliano Montaldo, Roberto Herlitzka, Giuseppe Tornatore, Maria Grazia Cucinotta, Cristina Comencini, Pupi e Antonio Avati passando per Pierfrancesco Favino, Paolo Virzì e Gabriele Muccino. L’illustre sede pescarese sembra non essere lasciata sola neanche dalle più importanti strutture culturali italiane, quali il Museo del Cinema di Torino, Felice Laudadio, la Casa del Cinema di Roma, la Cineteca di Bologna.

Monica Coletti 

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