Pescara, rette troppo alte: fuga dagli asili nido

Pescara. E’ “fuga dagli asili nido” nel capoluogo adriatico: un terzo in meno rispetto allo scorso anno i bambini iscritti nelle strutture scolastiche per l’infanzia gestite dal Comune.

Solo 234, contro i 323 del 2014/2015 le richieste provenienti dalle famiglie pescaresi. Un dato che non trova riscontro con il tasso di natalità, ben compensato dai tantissimi immigrati: l’unica spiegazione è quella della crisi economica e degli aumenti delle tariffe imposte a causa del predissesto dall’amministrazione comunale.

Niente soldi, rette troppo alte, bambini a casa o dai nonni: da 200 a 360 euro può costare a un genitore pescarese affidare il proprio figlio alla scuola pubblica, ecco perché, in netta controtendenza con gli anni passati, saranno molto meno gli esclusi dalla graduatoria, che nel 2012 arrivò a contare 212 bimbi in lista d’attesa.

“Questa decisione, assunta da centinaia di famiglie, deve risuonare come un pericoloso campanello d’allarme, perché subito dopo toccherà agli impianti sportivi, e alle strutture culturali, fino a svuotare Pescara, grazie alla giunta delle tasse lacrime e sangue” , commenta Guido Cerolini, ex assessore ai nidi d’infanzia e coordinatore cittadino di Forza Italia. “La giunta Alessandrini”, aggiunge “ha praticamente svuotato le tasche dei pescaresi alzando al massimo aliquote e imposte comunali. Una famiglia media, dopo aver pagato con le ultime risorse Imu, Tasi, Tari, oggi non può più permettersi l’asilo nido, né pubblico né privato, ed è costretto a rinunciare, ovviamente ai danni dei bambini, che comunque all’interno dei nostri nidi vivevano un’esperienza formativa importante, i cui frutti si vedevano già all’ingresso nella scuola materna”.

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