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Pescara, approvato il nuovo schema di convenzione urbanistica

Pescara. Un maggior potere di controllo assegnato al Comune sulle opere pubbliche previste e realizzate all’interno dei Piani urbanistici esecutivi e dei Piani Attuativi e soprattutto la certezza di veder realizzate fogne, strade, marciapiedi e parcheggi prima dei palazzi all’interno delle realizzazioni edilizie. Sono le due conseguenze immediate del nuovo Schema di convenzione urbanistica approvato quest’oggi dal Consiglio comunale di Pescara con 22 voti a favore e 4 astenuti. 

“Parliamo di un provvedimento che dopo quattordici anni rivoluzionerà completamente i Pue e i Piani attuativi del Comune di Pescara con l’introduzione di norme più trasparenti e più adeguate ai tempi rispetto a quelle sino a oggi in vigore datate 1996” ha sottolineato in aula l’assessore alla Gestione del Territorio, Marcello Antonelli. “Sostanzialmente il nuovo schema di convenzione che d’ora in avanti le imprese private dovranno sottoscrivere va a modificare la disciplina relativa alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e di quota parte degli oneri relativi alle opere di urbanizzazione secondaria, come parcheggi o aree verdi”.

Sino ad oggi era prassi consentita che il soggetto privato che assumeva l’obbligo di realizzare quelle opere a scomputo totale o parziale degli oneri dovuti alla Pubblica amministrazione realizzasse direttamente i lavori o li affidasse, senza seguire formalità o vincoli, a un’impresa di sua fiducia. L’amministrazione comunale ha ritenuto opportuno procedere, invece, con una riorganizzazione della disciplina, adottando il nuovo schema di convenzione urbanistica che fondamentalmente ha introdotto tre obblighi strategici che consentiranno di garantire trasparenza alle procedure utilizzate. Innanzitutto, per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria o secondaria, d’ora in avanti il privato sarà obbligato ad utilizzare le stesse procedure previste per l’ente pubblico. In altre parole, non potrà più realizzare personalmente o tramite un’impresa di fiducia gli interventi previsti, ma dovrà procedere con una regolare gara. Se i lavori sono opere sottosoglia potrà invitare quattro ditte, valutando l’offerta più vantaggiosa o potrà adottare l’appalto integrato. Se l’importo dei lavori da realizzare è soprasoglia (ossia sopra i 5 milioni di euro), dovrà invece procedere con un bando pubblico. “Si tratta di procedure” spiega meglio Antonelli “che rappresentano anche una maggiore garanzia per l’amministrazione. Se il privato deve infatti restituire, ad esempio, 100mila euro in opere pubbliche al Comune, la gara stessa non potrà essere inferiore a tale importo”.

Ovviamente l’amministrazione comunale conserverà il ruolo di controllore, verificando atti e procedure e soprattutto riservandosi l’accesso ai cantieri quando la stazione appaltante è il soggetto privato. Non solo. “Nella nuova convenzione” continua l’assessore “abbiamo previsto anche l’obbligo per il privato di iniziare la realizzazione delle opere di urbanizzazione, dunque le opere da cedere al pubblico, prima di aprire il cantiere per la parte dell’edilizia privata, dunque prima di iniziare a edificare palazzi o uffici, condizione ineludibile per ottenere il rilascio dei permessi a costruire. E per la realizzazione delle opere pubbliche, come fognature, percorsi pedonali e marciapiedi, strade veicolari, piste ciclabili, reti idriche per l’acqua potabile, le reti per la distribuzione del gas metano o l’energia elettrica o ancora la pubblica illuminazione e gli spazi di verde, ossia verde attrezzato, parco pubblico, verde per i giochi, con piantumazioni o meno, verranno fissati tempi di riconsegna precisi e rigorosi, che saranno di volta in volta riportati nella specifica convenzione”.

Fissato, infine, come ultimo obbligo il divieto per gli uffici comunali di rilasciare certificati di agibilità di appartamenti o abitazioni se prima non saranno state collaudate, con esito positivo, le opere pubbliche. Sinora la norma prevedeva, infatti, che il Comune approvasse il collaudo delle opere pubbliche entro sei mesi dalla comunicazione, ma anche che, in mancanza di collaudo, la stessa approvazione fosse considerata come ‘”tacito assenso”. “Con l’emendamento abbiamo invece puntualizzato che entro sei mesi il Comune deve sempre e comunque esprimersi, approvando o bocciando il collaudo” ha aggiunto il consigliere del Pd Del Vecchio. “Inoltre, abbiamo precisato che tale approvazione dev’essere fatta dal responsabile del Servizio o dal responsabile del Procedimento nominato dal Responsabile del Servizio”.

Lo stesso emendamento è stato approvato da maggioranza e opposizione, per poi procedere al voto positivo dell’intera delibera. Il Consiglio ha poi deciso di rinviare la sessione pomeridiana, convocata in seduta straordinaria per esaminare il progetto relativo alla realizzazione dell’elettrodotto che collegherà Pescara-Villanova a Tivat in Montenegro. L’istanza di rinvio è stata proposta per consentire la convocazione di una nuova seduta straordinaria aperta ai contributi esterni di tecnici e utenti che hanno chiesto di essere ascoltati.