Pescara, abbattuta l’ex filanda Giammaria, se ne va un pezzo di storia della città

Pescara. L’ex filanda Giammaria non esiste più, ma continua a sollevare questioni. Abbattuto dalle ruspe questo pomeriggio, l’antico opificio pescarese lascerà il posto a due palazzine residenziali, frutto di una convenzione stipulata nel 2011 tra il Comune e la Rigel srl, che rientra in un Piano Urbanistico Esecutivo da tempo in attesa di revisione, poiché sono emerse diverse incongruenze tra le dimensioni del suolo su cui sorgeva l’ex filanda la volumetria delle palazzine previste dal progetto.

Non c’è stata alcuna revisione del Pue, il sindaco, Marco Alessandrini non ha emanato alcuna ordinanza di sospensione dei lavori di abbattimento dell’edificio e la città ha perso una delle sue strutture più antiche.

“Esprimo un profondo rammarico per l’abbattimento odierno della filanda Giammaria, un atto che ferisce il patrimonio culturale di Pescara e che è frutto di un percorso amministrativo che viene da lontano e che, malgrado l’indirizzo volto alla conservazione dell’immobile perseguito anche dal gruppo consiliare del Partito Democratico, non è stato possibile impedire, poiché nel frattempo si erano formati dei diritti edificatori, riconosciuti anche dall’ordinanza del TAR n. 44 del 13 aprile 2015, che ad avviso della struttura tecnica dell’Ente, sarebbe stato illegittimo ostacolare” ha affermato il capogruppo del Pd, Marco Presutti.

Un rammarico che giunge a seguito della disposizione del Tar di Pescara che ha accordato il permesso di costruire, dopo aver respinto un ricorso presentato da tre residenti di Via Monte Bolza e dall’associazione Italia Nostra, nel quale si chiedeva l’annullamento della convenzione del 2011, stipulata tra Comune e Rigel.

Il M5S ha poi chiesto una revisione straordinaria del progetto, rimasta disattesa.

Le ruspe, invece, sono arrivate puntualissime.

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