Pescara. C’è un arresto per l’arsenale ritrovato in un furgone nel febbraio dello scorso anno a Pescara.
E’ stato rintracciato nel varesotto il proprietario dell’arsenale di armi d’assalto ritrovato un anno fa dai carabinieri in un furgone abbandonato in una strada dei Colli. Si tratta di Giovanni Misso, 60, già detenuto nella casa circondariale di Busto Arsizio.
Erano i primi di febbraio 2014 quando i militari del’Arma, agli ordini del comandante provinciale Claudio Scarponi, ritrovarono in via Giovannuci, un furgone parcheggiato in strada e con le serrature aperte: all’interno c’erano due kalashnikov Ak 47, un fucile a pompa e una pistola marca Bloc, tutti con le matricole abrase, i caricatori inseriti e pronti a sparare. I fucili da guerra contenvano 30 colpi, 4 i proiettili in quelli a pompa.
Nello stesso mezzo c’era un borsone contenente due giubbini antiproiettile, due passamontagna, un paio di guanti da cantiere e un paio di pantaloni, oltre a una tanica con del liquido infiammabile e una miccia artigianale. L’arsenale, accompagnato da un santino, era molto probabilmente destinato all’assalto ad un portavalori; il furgone risultò rubato a Martinsicuro: tutto lasciò pensare ai militari di aver sventato una rapina pronta a consumarsi.
Un anno di indagini hanno portato i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Pescara a notificare, nelle prime ore di questa mattina, al rapinatore pluripregiudicato l’ordinanza di custodia cautelare per i reati di concorso in detenzione illecita di armi e munizionamento da guerra e ricettazione, in quanto ritenuto “l’armaiolo” proprietario dell’arsenale.
Secondo le indagini, Misso, oltre alle rapine, sarebbe responsabile dell’omicidio del Brigadiere dei Carabinieri Ruggero Volpi, commesso il 12 ottobre 1977 nel tentativo, unitamente ad altri 3 assassini, di far evadere un loro complice durante una traduzione dal carcere di Genova.
A Pescara Misso aveva attirato l’attenzione dei Carabinieri della Compagnia, tra gli altri fatti contestati, quando il 16 ottobre del 2014 i militari, nel corso di una lunga e complessa indagine condotta in collaborazione con la Questura di Pescara, lo avevano individuato, secondo la ricostruzione, a capo di un’associazione per delinquere finalizzata alle rapine ai portavalori. A lui ed altri componenti della banda, era stata contestata, in particolare, la rapina ad un furgone portavalori avvenuta il 17 giugno del 2013 nei pressi del centro commerciale Mall di Villanova, che fruttò un bottino di 52.000 euro.