Pescara. Sono le dighe e la necessità di aprire le chiuse in caso di piogge intense a preoccupare i territori della Val Pescara. Un accordo di Protezione Civile tra i vari enti territoriali regolerà i comportamenti da adottare in caso di emergenza per le dighe di Alanno e Penne.
Le dighe e gli invasi di Alanno e Penne, impianti ben gestiti che però assumono un rilievo preoccupante nei periodi d grosse precipitazioni, quando si crea l’esigenza di smaltire una certa quantità di acqua aprendo le chiuse, con il rischio di piene ed esondazione per i territori più a valle. Per gestire le fasi di emergenza, questo, tutti i soggetti coinvolti si sono raccolti attorno a un tavolo per individuare la tipologia di interventi raccolta in due documenti di Protezione civile firmati stamani, nel palazzo della Prefettura di Pescara.
“Sono convinto che con questo documento abbiamo messo un argine importante ai rischi e ai pericoli” ha detto il prefetto Vicenzo D’Antuono, alla presenza dell’assessore regionale all’Ambiente Mario Mazzocca, del presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco e di diversi sindaci del pescarese. I due documenti sono stati definiti e sottoscritti dopo un approfondito esame che ha coinvolto la Prefettura-UTG, l’Ufficio Tecnico della Direzione Generale Dighe del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, la Regione Abruzzo, la Provincia di Pescara ed i sindaci dei Comuni interessati.
I due documenti definiscono le condizioni che devono verificarsi per l’attivazione del sistema di protezione civile e le procedure da porre in atto per gestire le emergenze. La procedura prevede la fase di preallerta (vigilanza ordinaria), la fase di allerta (vigilanza rinforzata), la fase di pericolo – allarme di tipo 1, la fase allarme di tipo 2, le manovre volontarie degli organi di scarico e una rubrica contente i numeri telefonici dei soggetti tenuti ad essere sempre reperibili. I gestori delle dighe, in caso di improvviso e rilevante aumento di portata d’acqua che non dipende comunque dalle attività degli invasi, si attivano subito informando Prefettura e Protezioni civile affinché possano essere tempestivamente disposte tutte le necessarie procedure a salvaguardia del territorio e della popolazione.
“Questo documento di protezione civile – ha sottolineato il prefetto – non e’ un mero atto burocratico, ma e’ il risultato di un lavoro intenso durato oltre un anno. Con essi vogliamo porre le basi per una migliore gestione delle varie situazioni e capire e conoscere le problematiche e tutto quello che c’e’ da fare e migliorare nella gestione delle emergenze generali in caso di maltempo, come gli ultimi fatti ci hanno purtroppo fatto vedere”. “Vogliamo e dobbiamo – ha concluso D’Antuono – essere al fianco della popolazione e fare sinergie con tutti i soggetti per ridurre, anche nel post emergenze, i danni materiali ma anche quelli personali perché, ad esempi, perdere la casa per un’ordinanza di evacuazione è un dolore molto grande”.
“L’obiettivo – ha detto l’assessore Mazzocca – è anche quello di ottimizzare le risorse e fare rete con le amministrazioni, operando attraverso un coordinamento tra le forze in campo”. L’assessore ha poi parlato degli ultimi eventi e su come organizzarsi per far fronte alle emergenze: “C’e’ un dato di fatto incontrovertibile. I repentini cambiamenti climatici non potranno non produrre purtroppo effetti negativi sul territorio e sullo stato dei dissesti. In Abruzzo abbiamo avuto 32 frane e alcune sono preoccupanti, oltre a quelle di Villa Celiera e Civitella Casanova, che stiamo monitorando quotidianamente. In Abruzzo, lo sappiamo, esiste una problematica di dissesto del territorio, ed e’ per questo – ha concluso – che ho incontrato ad Avezzano il prefetto Gabrielli per condividere con lui e la protezione civile nazionale un’ attività per affrontare emergenze e anche per predisporre un piano di adattamento ai cambiamenti climatici”.