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Cepagatti: i cantieri Terna allagati dal fiume. “Elettrodotto ad alto rischio esondazione e frane” FOTO

Cepagatti. La piena del fiume Pescara, esondato in alcuni punti nelle aree interne del pescarese, tra venerdì sera e sabato mattina, ha sommerso diversi cantieri dell’elettrodotto Villanova-Gissi, facendo lanciare agli ambientalisti l’allarme sul rischio idrogeologico che investe l’opera pubblica.

 

E’ il Forum abruzzese per i diritti dell’acqua ad evidenziare, con un corposo reportage fotografico, come nel territorio di Cepagatti gli scavi che accoglieranno il cavidotto proveniente dal Montenegro si sono trasformate in piscine e le recinzioni che perimetrano le aree dei lavori siano state divelte da quelle acque che hanno inondato le strade di accesso scavi che sembrano diventati piscine, recinzioni divelte e strade di accesso ai cantieri. “Impressionanti, soprattutto le immagini relative ad alcuni cantieri o siti non ancora approntati ma di futura installazione che non solo sono allagati ma risultano essere in piena corrente del fiume”, sottolinea Augusto De Sanctis, rappresentante del Forum. Preoccupa come i punti in cui verranno installati i sostegni per l’elettrodotto siano posti “a pochissimi metri dall’alveo normale del fiume, aree”, spiega De Sanctis, “attualmente di poco oltre il pelo dell’acqua, in piena corrente”.

E ancora, “aree dove venerdì e sabato il fiume scorreva come un torrente, cantieri accessibili soltanto ai gabbiani, materiali sommersi da mezzo metro d’acqua, scavi trasformati in vasche”. L’allerta lanciata dagli ambientalisti è altissima:” Più di un terzo di questa grande opera (55 su 151 sostegni)  è localizzato in aree classificate a rischio idrogeologico. Piloni a rischio esondazione dovrebbero essere costruiti non solo sul Pescara ma anche sul Sangro e sul Sinello. Secondo le mappe regionali del rischio esondazione, 8 sostegno son in aree a pericolosità molto elevata, 4 in aree a pericolosità elevata, 2 in aree a pericolosità media e 4 in aree a pericolosità moderata”.

E non va affatto meglio per il rischio frane: “Quattro in aree a pericolosità molto elevata, 31 in aree a pericolosità elevata, 2 in aree a pericolosità moderata. E i 4 sostegni nelle aree più a rischio saranno realizzati su frane attive, cioè che si stanno muovendo”, rimarca ancora il rappresentante del Forum H2o, “Una di queste comportò qualche anno fa l’evacuazione di diverse abitazioni con gravissimi danni e l’intervento della protezione civile. Proprio lì, a Guardiagrele, piazzeranno il sostegno 76! Ben 31 sono su frane attualmente quiescenti ma potenzialmente riattivabili, secondo le analisi ufficiali”.

“Com’è stato possibile autorizzare tutto ciò?”, si interroga ancora Augusto De Sanctis, che chiede “che la Regione Abruzzo, titolare delle competenze sull’Autorità di Bacino, e il Ministero dell’Ambiente, responsabile della Valutazione di Impatto Ambientale, debbano immediatamente revocare in auto-tutela le autorizzazioni rilasciate in auto-tutela”.