Ad inoltrare la chiamata al 118 è stato proprio il gestore del camping, i due giovani ciclisti erano infatti usciti di mattina per percorrere una serie di tracciati che si portano anche in quota, ma non erano comunque equipaggiati per trascorrere una intera notte all’addiaccio, con temperature che hanno sfiorato i 5 gradi.
Una foto inviata ai genitori intorno alle 17,30 di ieri da Forca Resuni e poi nulla, nessun contatto telefonico né con il camping né con la famiglia e poi, una volta scattato l’allarme, neppure con i soccorritori per assenza di rete.
Grazie alla sinergia di Soccorso Alpino e Speleologico, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Guardie del Parco Nazionale, i corpi a lavoro hanno così deciso di percorrere una serie di itinerari, in territorio abruzzese e laziale, che culminano al rifugio di Forca Resuni, a 1952 metri.
Determinante è stato poi il ritrovamento in Val Canneto, già nel Lazio, delle due bici legate a un albero, la prova che i ragazzi erano passati certamente di là ma che si erano comunque trovati costretti ad abbandonare i mezzi.
Molto infreddoliti e stanchi, consapevoli poi di essersi persi, hanno infatti preferito così, per non affrontare l’ennesima salita gravati anche dalle bici, parcheggiate a meno di un chilometro dall’effettivo luogo del ritrovamento avvenuto ai 1500 metri.