La tormentata vicenda della sorgente Sant’Antonio Sponga di Canistro e dei 70 ex dipendenti Santa Croce, in attesa di essere rioccupati, assume contorni sempre più drammatici ma bisogna reagire.
L’ennesimo passo falso si è materializzato nei giorni scorsi attraverso il disimpegno, ormai certo da parte della Norda che avrebbe rinunciato ad insediarsi a Canistro, dopo che si era aggiudicata la concessione provvisoria nel marzo del 2017. Ricordiamo che quella aggiudicata dalla Norda è già la seconda gara di appalto predisposta e che entrambe le procedure amministrative si sono concluse con altrettanti nulla di fatto.
Nel frattempo, nonostante le promesse e le rassicurazioni da parte di alcuni attori della vicenda, i lavoratori ex Santa Croce hanno perso il lavoro, in parte hanno già esaurito, in parte stanno per esaurire la naspi e si prestano a vivere momenti di autentica angoscia, pensando al futuro che li attende.
Eppure bisogna non demoralizzarsi e continuare a battersi con ancora maggiore determinazione affinché le Istituzioni preposte, facendo tesoro delle esperienze~ maturate, indichino un percorso ed un crono programma certi e finalmente creino le condizioni affinché a Canistro si torni ad imbottigliare acqua minerale e a generare buona occupazione e benessere per il territorio.
Per raggiungere questo traguardo è però necessario che il sindacato non indietreggi di un millimetro nel pretendere la tutela assoluta delle maestranze così duramente colpite e messe alla prova e che gli impegni assunti si traducano in fatti concreti.
Questo è ciò che la Fai CISL si propone di fare con determinazione, nell’esclusivo interesse dei lavoratori che rappresenta, unico obiettivo che ci ispira.