A dichiararlo è il sindaco di Castel Del Monte, Luciano Mucciante, all’indomani dell’ufficializzazione, da parte del comitato intergovernativo di Bogotà, dell’iscrizione della transumanza nella lista dei patrimoni immateriali dell’umanità. “La scorsa estate abbiamo dato vita, insieme ai sindaci della Baronia, Calascio, Santo Stefano di Sessanio e Villa Santa Lucia ad un cartellone fittissimo di iniziative, in occasione del decennale del sisma e del sessantennale della Rassegna ovini di Campo Imperatore, storica manifestazione dedicata alla pastorizia e alla valorizzazione della filiera della lana”, afferma Mucciante, “nella totale assenza della Camera di commercio dell’Aquila, che si è limitata ad organizzare la mostra-mercato di Fonte Macina, senza aderire al programma degli eventi. E dopo che, nel 2018, l’ente camerale, aveva disertato l’organizzazione della manifestazione, salvata solo grazie allo sforzo congiunto dei sindaci del territorio, della Regione Abruzzo, della Questura e Prefettura dell’Aquila, che hanno coordinato l’organizzazione, e delle associazioni di volontariato e di categoria”.
“Il riconoscimento Unesco, che accogliamo con immensa gioia, arriva a coronamento di un anno intenso di attività”, prosegue il sindaco di Castel del Monte, “per dare voce ai pastori, che presidiano da secoli il nostro territorio, veri protagonisti dei lunghi viaggi attraverso i cinque Regi Tratturi, che dalla provincia dell’Aquila conducevano al Tavoliere delle Puglie. Gli stessi pastori che, ad oggi, ancora attendono il pagamento dei rimborsi, da parte della Camera di commercio aquilana, per la partecipazione alla Rassegna ovini”.
Mucciante ricorda come il Comune di Castel del Monte, già nel 2018, sollecitò, con una nota all’allora ministro delle Politiche agricole, un’azione istituzionale forte per il riconoscimento della transumanza a patrimonio Unesco: “I pastori che per secoli hanno svolto la loro attività, con grande sacrificio, percorrendo i tratturi per raggiungere il Tavoliere delle Puglie e restando lontani dalle loro famiglie per nove mesi l’anno, hanno dato e continuano a dare”, aggiunge Mucciante, “un esempio corale di dedizione alla pastorizia per mantenere la famiglia unita e garantire il sostentamento e il futuro ai propri figli. Quegli stessi pastori che, oggi, si vedono riconosciuti dall’Unesco il sacrificio, l’impegno, la dedizione, l’attaccamento alla natura e all’ambiente, come unici baluardi rimasti a tutela del territorio montano e che continuano a presidiare i nostri borghi e le aree interne”.
“L’appuntamento annuale del 5 agosto, con la Rassegna ovini”, conclude Mucciante, “era e continua ad essere motivo di orgoglio per i pastori che, in quella giornata presentano il loro “patrimonio”, ovvero le greggi, principale attività che mantiene vivi i nostri borghi e che, nei secoli passati, ha contribuito a rendere fiorente, con la costruzione dei palazzi storici, la città dell’Aquila. Risulta alquanto anomalo che alcune istituzioni, non ritengano degni di nota e di sostegno concreto la pastorizia e tutte le attività ad essa collegate. La storia insegna che non aiutare chi lavora per il territorio e vive il territorio stesso con grande sacrificio, equivale a contribuirne alla desertificazione”.