Gli scout, di Luco dei Marsi, erano partiti ieri mattina da Badia di Sulmona ) per percorrere la prima parte del sentiero dello Spirito, sulle tracce dell’eremita Pietro Da Morrone, poi divenuto papa Celestino V: si tratta di un percorso di trekking di 73 km che parte dalla Badia di Sulmona, supera il Monte Morrone, per arrivare fino a Serramonacesca. L’escursione sarebbe dovuta durare una decina di ore. Superata la cima del monte, una volta nel versante pescarese, però, sarebbero iniziati i primi problemi. Il gruppo avrebbe perso l’orientamento, le scorte d’acqua hanno iniziato a finire e una ragazza ha riportato una distorsione ad una caviglia. In serata, attorno alle 22.30, il capo scout ha lanciato l’allarme alla centrale operativa del 118 di Pescara, che ha subito attivato la macchina dei soccorsi. L’area in cui si trovava il gruppo è stata individuata dal 118 attraverso la localizzazione del telefono cellulare da cui era partita la chiamata. Raggiunta la zona, i soccorritori – la squadra era composta da Carabinieri Forestali e volontari – è riuscita ad individuare gli scout e ad accompagnarli fino a Roccacaramanico, frazione di Sant’Eufemia a Maiella, dove c’era ad attenderli uno scuolabus messo a disposizione dal Comune. Una volta recuperati e in buone condizioni di salute, gli scout sono stati accompagnati a Caramanico Terme, dove era previsto che passassero la notte. Alle ricerche ha partecipato anche il sindaco di Sant’Eufemia a Maiella, Francesco Crivelli.
“Erano spossati e assetati. Avevano degli zaini pesantissimi e zero acqua. Si leggeva sui loro volti una paura derivante dalla spossatezza e dalla sete”. Così il sindaco di Sant’Eufemia a Maiella, Francesco Crivelli, descrive all’ANSA il gruppo di scout soccorso nella notte sul monte Morrone. Il primo cittadino è uno dei soccorritori che ha recuperato i 12 escursionisti. Con lui, oltre a due carabinieri forestali, c’erano il vicesindaco Morgan Di Tommaso, un consigliere comunale e tre cittadini, tra cui l’autista dello scuolabus del paese che poi ha accompagnato il gruppo. “Oltre all’esperienza dei carabinieri forestali, competenti a gestire questo tipo di situazioni – continua il sindaco – è stata fondamentale la presenza dei miei concittadini, profondi conoscitori del territorio e di quelle montagne, che con mezzi propri si sono subito attivati per recuperare il gruppo”. Secondo Crivelli questa vicenda apre due tipi di riflessione: “L’imprudenza con cui spesso si affrontano i sentieri di montagna, andando incontro a rischi – dice – e la necessità di riqualificare le strade forestali che attraversano le montagne; sono state abbandonate e sono quasi impercorribili, ma sono ancora vitali, soprattutto in casi di interventi come questo o come quelli dello scorso anno, quando un incendio gigantesco devastò il Morrone”. Il sindaco ha già chiesto una relazione dettagliata sull’accaduto, “per capire cosa è successo e quali siano le circostanze che hanno determinato la situazione di pericolo”.
“Gli scout del gruppo Agesci di Luco dei Marsi non si sono smarriti né hanno mai perso il controllo della situazione, e, anzi, si sono comportati rispettando tutte le misure di sicurezza necessarie per la specifica attività che stavano portando avanti”. Lo afferma in una nota l’incaricato regionale alla comunicazione Agesci Abruzzo, Franco Pietrantonio, a proposito della vicenda del gruppo di scout soccorso nella notte sul monte Morrone.
“L’evento – dice l’Agesci – è avvenuto ad un gruppo di rover e scolte di Luco dei Marsi che erano impegnati in una normale attività estiva chiamata ‘route’ che prevede lo spostamento lungo un tragitto (solitamente montano) di ragazzi tra i 16 ed i 21 anni accompagnati da capi educatori. Tale tragitto è percorso in tappe e prevede il pernottamento in alcuni luoghi individuati lungo il percorso grazie all’aiuto di carte topografiche che, in questo caso, erano state fornite dall’ente Parco. I ragazzi del gruppo di Luco dei Marsi hanno avuto un imprevisto ed il capo educatore, responsabile del gruppo, ha giustamente chiesto aiuto a causa di un lieve infortunio di uno dei partecipanti”.
Il gruppo in questione era impegnato nella prima tappa di un percorso – il Sentiero dello Spirito all’interno del Parco Nazionale della Majella – che generalmente viene svolto in almeno quattro tappe, per un totale di 73 chilometri.