Un percorso iniziato cinque anni fa con il coinvolgimento della comunità colpita dal sisma del 2009, con la partecipazione di studenti, insegnanti, grazie alla collaborazione con ActionAid e l’associazione Viviamolaq, tutti insieme per pensare l’idea di una nuova scuola. Un progetto di ricostruzione che diventa un’architettura di comunità costruita da basso, intercettando i bisogni delle persone, ma che vuole essere anche un esempio di scuola innovativa e sicura.
Il lavoro, infatti, è anche frutto della collaborazione con l’istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa (INDIRE) che da anni studia e promuove architetture scolastiche centrate sullo studente e in grado di promuovere una idea di vita scolastica che combina benessere, confort e protagonismo dello studente
L’idea di progetto, nasce quindi dalla volontà di creare anzitutto un luogo di incontro, di condivisione e scambio di idee: una sorta di grande piazza dedicata alla crescita individuale e di gruppo, colorata e luminosa e flessibile, dove la natura possa entrare e guidare lo sguardo, dove penetri la luce filtrata dalla vegetazione circostante e dunque mutevole nei colori e nei toni secondo il ritmo delle stagioni.
Un’architettura dalla forma circolare che richiama la celebre frase di Munari “la prima cosa che disegna un bambino assomiglia ad un cerchio”, che si inserisce quasi mimetizzandosi nel suggestivo paesaggio appenninico circostante. Una “duna” artificiale circonda come un anello l’edificio, svelandolo gradualmente alla vista di chi si avvicina lungo il percorso di accesso.
A partire dal grande atrio centrale della piazza si generano tutti gli altri spazi della scuola, pensati seguendo il concetto di didattica basata sulla teoria del “learning landscape”, con ambienti interni visibili e strutturati per l’apprendimento, flessibili e con pareti trasparenti con aree di apprendimento svincolate dal tradizionale concetto di aula.
“L’idea e le modalità di progettazione della nuova scuola racchiudono la nostra visione di comunità: partecipazione, socialità, coesione territoriale, tradizione, sviluppo, sostenibilità, bellezza e sicurezza. Si sta concretizzando il nostro sogno”, commenta il sindaco Angelilli
“L’architettura come terzo educatore. Noi adulti abbiamo il dovere di fare le scuole belle perché lì crescono gli adulti di domani. L’architettura sta dicendo qualcosa agli studenti. Sta dicendo soprattutto che ci stiamo prendendo cura di loro, che ci stiamo occupando del loro futuro, e che lo stiamo facendo attraverso la costruzione dello spazio, di quei luoghi educativi nuovi e sicuri di cui hanno bisogno”, spiega l’Architetto Mario Cucinella.
“Questo edificio che è evidentemente la scuola dei desideri. Lo è perché è il frutto di un lungo percorso di progettazione partecipata. Il tema della ricostruzione dei plessi scolastici e della sicurezza nelle scuole è al centro dell’agenda politica del Governo che grazie alla task force presieduta dal coordinatore della struttura tecnica di Missione di palazzo Chigi, Fabrizio Curcio, ha impresso una importante accelerazione al processo di ricostruzione delle scuole danneggiate dal sisma i cui frutti sono ora tangibili”, aggiunge Antonella Tozza, direttore USR.
«L’interesse di Indire alla nuova scuola di Pacentro è legata soprattutto alla possibilità di dare il proprio contributo in un contesto aperto al confronto e desideroso di sviluppare un’idea di scuola che guardi al futuro. Da qui lo sforzo di mettere a disposizione gli indirizzi emersi da una pluriennale ricerca nell’ambito delle architetture scolastiche e promuovere una visione di scuola fatta di spazi diversificati, flessibili e complementari, in grado di dare risposta alle istanze di una didattica centrata sullo studente e in grado di promuovere una idea di vita scolastica che combina benessere, confort e protagonismo dello studente.
Il manifesto “1+4 Spazi Educativi” elaborato da Indire promuove infatti una idea di scuola in cui un ambiente didattico flessibile e aperto alla collaborazione a tutti i livelli si combina con spazi informali per la socialità e momenti collettivi da vivere in una sorta di agorà della scuola, la piazza-simbolo della scuola”, è il commento di Samuele Borri, dirigente di Ricerca INDIRE
“Sono soddisfatto della conclusione di un percorso, iniziato nel 2015, di cui l’USRC si è fatto promotore con l’obiettivo di rendere la nuova scuola di Pacentro un esempio di riferimento per gli interventi del Piano “Scuole Abruzzo – Il Futuro in sicurezza”, sia nel metodo progettuale partecipativo che per l’innovazione architettonica”, dichiara Raffaello Fico, Titolare dell’Ufficio Speciale
“Le scuole sono il perno delle comunità e i luoghi dove esse posso ritrovarsi. Il percorso partecipativo che ha preceduto le fasi di progettazione tecnica della nuova scuola ha permesso a tutta la comunità pacentrana di prendere voce e co-costruire il futuro. Dovrebbe essere sempre così, in ogni parte d’Italia”, precisa Sara Vegni, ActionAid
Appuntamento Giovedì, 10 settembre ore 11 .00 presso l’Aia Mosca a Pacentro per la cerimonia di posa della prima pietra