Il procedimento di primo grado, conclusosi al Tribunale di Sulmona il 10 aprile 2018, aveva chiarito che l’animale era stato colpito a morte dai colpi esplosi da un fucile da caccia utilizzato dall’imputato, che tuttavia era stato assolto perché secondo il Giudice non vi erano prove sufficienti.
Il Procuratore Generale de L’Aquila aveva però proposto appello contro la sentenza di assoluzione, ritenendo che gli elementi acquisiti nel corso del procedimento apparivano “congrui nel dimostrare la piena responsabilità [dell’imputato], sia sotto il profilo materiale che psicologico, senza possibilità di logica lettura alternativa degli stessi”.
Questa mattina la Corte ha fissato una nuova udienza al 26 febbraio prossimo alle 12 per ascoltare nuovamente sia la figlia dell’imputato sia il perito balistico. È stata inoltre già calendarizzata (al 13 marzo, con inizio sempre alle 12) l’udienza per la discussione. L’avvocato del WWF Michele Pezone ha commentato positivamente le decisioni assunte oggi: “Segno – ha detto – che la Corte ha ritenuto necessario un approfondimento, come noi sosteniamo da tempo. È inoltre importante avere tappe già certe per arrivare in tempi relativamente brevi alla sentenza di secondo grado, sulla quale siamo estremamente fiduciosi”.